Reddito di cittadinanza diventa MIA: cosa cambia? Requisiti e importi

di Romina Ferrante


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Si chiamerà MIA (Misura Inclusione Attiva) e porterà con sé una serie di cambiamenti rispetto al passato. Il nuovo reddito di cittadinanza, voluto dal governo Meloni, cambierà in modo sostanziale la vecchia e contestata misura di sostegno al reddito.

Nelle prossime settimane il Ministro del Lavoro Elvira Calderone porterà in Consiglio dei Ministri il decreto legge al momento al vaglio del Ministero dell’Economia per verificarne la copertura finanziaria.

Scopriamo insieme tutte le novità del nuovo sussidio MIA.

I beneficiari

I destinatari della nuova MIA (Misura di Inclusione attiva) saranno distinti in due specifiche categorie: famiglie con persone occupabili e famiglie povere senza persone occupabili. La prima categoria includerà coloro che sono abili a poter lavorare, mentre la seconda interesserà gli inabili per disabilità fisica o psichica o per motivi di età.

Gli importi

Per la prima categoria il sostegno al reddito scenderà a 375 euro al mese e avrà una durata massima di un anno (al momento 18 mesi).

Per le famiglie con persone inoccupabili le cifre resteranno quelle attuali 500 euro, ma dal rinnovo, quindi dopo i primi 18 mesi, ci saranno altri 12 mesi e non più 18.

È ancora in fase di valutazione la quota aggiuntiva destinata all’affitto (al momento il reddito di cittadinanza prevede fino a 280 euro al mese).

Soglia ISEE

Con la nuova misura si ridurrà sensibilmente la platea dei beneficiari. Dai 9.360 euro di Isee si passerà a 7.200 euro e quindi migliaia di aventi diritto resteranno inevitabilmente esclusi dal beneficio.

Tra le novità l’aumento dell’importo del sussidio sulla base dei componenti del nucleo familiare, la riduzione del requisito di residenza in Italia da 10 a 5 anni e l’impossibilità di chiedere il sussidio a ripetizione.

Per le famiglie senza occupabili la durata della MIA dopo il rinnovo scenderà a 12 mesi, mentre per gli occupabili la MIA scadrà dopo un anno la prima volta, dopo sei mesi la seconda e sarà eventualmente possibile presentare una terza domanda solo dopo una pausa di un anno e mezzo.

Maggiori controlli

Il governo ha previsto controlli più severi sulla decadenza dal beneficio per chi non rispetta gli impegni previsti dai patti di inserimento al lavoro o di inclusione sociale, e quelle sui reati per chi dichiara il falso o lavora in nero pur prendendo il sussidio”.

Una piattaforma nazionale per trovare lavoro

Sarà realizzata una piattaforma nazionale gestita dal Ministero del Lavoro a cui le persone occupabili dovranno obbligatoriamente iscriversi e dove sarà possibile ricevere le offerte congrue di lavoro. Basterà rifiutarne una per decadere dalla prestazione”.

Quando partirà la riforma

La nuova riforma entrerà in vigore dall’1 ottobre, dopo i sette mesi di proroga del reddito di cittadinanza concessi dal governo, ovvero fino a settembre 2023.

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