Enrico Ruggeri: “Mio padre morì di depressione, non ha mai lavorato e ha dilapidato un patrimonio”

di Redazione


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Enrico Ruggeri è uno dei nomi della musica italiana più noti, con i suoi 32 album, oltre 4 milioni di dischi venduti e 11 Festival di Sanremo, di cui due vinti. Il cantautore milanese, 65 anni, ha parlato della sua musica, ma anche della sua vita privata, in una lunga intervista.

Enrico Ruggeri: “La musica è stata la mia salvezza”

“Le cose migliori le ho sempre fatte sotto pressione, quando sono sotto tiro”, rivela Enrico Ruggeri dalle pagine del Corriere della Sera. Il cantautore spiega che, da sempre, considera le stroncature e le critiche negative il suo motore “anche se mi feriscono enormemente”.

Ripescando alcuni ricordi del passato, dice anche: “Appartengo a una generazione in cui dovevi essere diverso per rimorchiare, mentre oggi gli adolescenti sono tutti uguali; io ogni cento metri vedo uno che scambio per mio figlio”. “Vengo da una generazione che qualche libro l’ha letto. Oggi, invece, la cultura sembra rientrare nell’alveo della noia, si ride al solo nominarla”.

L’intervista offre a Enrico Ruggeri anche l’occasione di fare un notevole salto indietro nel tempo: “Mia madre è andata avanti a pagarmi le tasse dell’università fino all’87. Quando ho vinto Sanremo con ”Si può dare di più”, ha capito che non avrei finito Giurisprudenza“.

Quindi dice: “Mio padre è sempre stato assente, è morto di depressione. Non ha lavorato un solo giorno della sua vita e ha dilapidato un patrimonio di generazioni. Ma lo ringrazio perché io sono cresciuto con il disprezzo del denaro tipico dei ricchi e provo la rabbia che anima i poveri”.

Ruggeri, tuttavia, precisa: “Intendiamoci, non ero povero, appartenevo alla piccola borghesia, ma avevo zie super snob, respiravo il gusto del bello, l’aria da signori pur non essendolo. Una condizione ideale: se fossi nato ricco avrei fatto di meno, ma se fossi stato proletario sarei stato meno elegante”.

Passando invece all’argomento “donne”, Enrico Ruggeri rivela: “Quando diventi famoso le opportunità si moltiplicano in modo esponenziale. Ho passato stagioni in cui facevo 150 concerti all’anno e se andava male andavo via con una ragazza per sera. Se andava male”.

Foto: Depositphotos.com.

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