I siciliani, che degli arabi hanno il sangue che  scorre nelle vene,  non sono da meno. Ecco che, alla prima calura estiva, si assiste ad una  richiesta corale da parte dei mariti verso le mogli, con il  successivo e conseguente assalto ai mercati da parte di queste, della tanto agognata pasta con i tenerumi.

Sembra quasi che tutto l’anno in Sicilia non si aspetti altro che il caldo per poter sudare e continuare a farlo mangiando (rigorosamente in canottiera bianca a costine)  la pasta con le “pezze”, come vengono chiamate le foglie delle verdure tipiche di questo periodo ricoperte  da una caratteristica  peluria che le rende al tatto ruvide e che, magicamente, una volta cotte, regalano al palato un  gusto ed un sapore unici. In  realtà per i siciliani  preparare la pasta con i tenerumi è un vero e proprio rito che prevede diverse scuole di pensiero.

Nella Sicilia occidentale si preferisce una minestra brodosa, in quella orientale la versione è più asciutta, impreziosita da dadini di formaggio ragusano, tipico della zona. Poi ci sono quelli particolarmente “viziosi” , di cui fa parte la sottoscritta, che, dopo aver assaporato il piacere del pezzetto di formaggio sciolto dal calore della pasta bollente, anche nella versione brodosa,  non  riescono più a fare a meno di queste gustose gemme dorate e creano una “crasi” tra le due versioni.

Altrettanto  importante è riuscire a  dosare la giusta quantità d’aglio e  di pomodoro  in modo da “colorarla appena” e non farne prevalere il gusto sul resto. Un vero e proprio gioco di equilibri che grazie alla maestrìa di mani esperte  si trasforma in vera e propria arte. Di seguito la ricetta per preparare la pasta con i tenerumi “a regola d’arte”.

Pasta con i tenerumi