Quando lei vuole cambiare lui: storia di una catastrofe annunciata

di francesca


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Qualche mese fa una mia amica mi ha parlato di una commedia che aveva visto al cinema, Femmine contro maschi di Brizzi: il tema (cruciale nella vita di coppia) che legava i vari episodi e personaggi del film era la volontà delle mogli-idanzate di cambiare i propri partner “in meglio”, ovviamente secondo la loro personalissima concezione di cosa fosse meglio o peggio. Questa mia amica mi ha confessato che in alcuni momenti del film si era ritrovata a ridire, suo malgrado, di una situazione che conosce molto bene perché è lei stessa la prima a coltivare ancora la speranza, dopo anni di matrimonio, di poter cambiare alcuni aspetti e abitudini del marito. In meglio, ovviamente. 

Spesso in uno studio legale si presentano casi di matrimoni che, evidentemente, non sono semplicemente falliti: si potrebbe dire, in effetti, che “non sono mai iniziati”.

Sposarsi, forse in una visione poetica, significa darsi reciprocamente, accettando i difetti dell’altro ed apprezzandone le qualità positive.

Ma se (come invece accade abbastanza spesso) fin dall’inizio della relazione si cerca in tutti i modi di cambiare l’altro, la possibilità del fallimento dell’unione aumenta vertiginosamente.

E’ chiaro che una coppia (sposata o meno) che convive per molti anni non è statica: subisce continue variazioni del suo equilibrio, in relazione alle esperienze che matura proprio come coppia, ma soprattutto in relazione ai cambiamenti cui ogni singolo partner va incontro nella propria vita e che inevitabilmente influiscono anche sull’equilibrio della coppia stessa.

E’ altrettanto naturale che si perseguano assieme degli obiettivi di cambiamento, ad esempio quando si progetta di creare o ampliare la famiglia, di cambiare città, magari in cerca di una migliore qualità della vita, o di rivedere il proprio status sociale o economico, cambiando lavoro o frequentando quel corso universitario che si era stati costretti a mettere da parte.

Tutto questo è fisiologico ma necessita alla base un comune pensare della vita, cioè un’identità dei valori e dei significati più profondi, e soprattutto una reciproca e profonda stima della persona amata.

Sposarsi, o andare a convivere, con la riserva di cambiare il proprio partner è quasi sempre una scelta sbagliata, che rivelerà col tempo gli effetti catastrofici che può avere sulla serenità della coppia.

Anzitutto pensare di cambiare qualcuno significa non accettarlo del tutto e quindi non stimarlo; è molto difficile però vivere accanto ad una persona che non riscuote la nostra fiducia e la nostra stima, ed è probabile che non si riesca a creare quella reciprocità, quella complicità  che costituisce quasi interamente la cosiddetta affectio coniugalis; e soprattutto significa auto infliggersi una molto probabile delusione cocente: infatti, per la gran parte dei casi, è pretenzioso ed irrealistico pensare che l’irriducibile Don Giovanni diventi il più fedele dei compagni, che l’egoista di sempre si trasformi in un generoso profondamente attento ai bisogni del partner prima che ai suoi, o che l’inguaribile Peter Pan (magari di 40 anni! ) inizi, proprio in virtù dell’amore per la compagna, a farsi carico delle responsabilità che ha rifiutato per tutta la vita.

In molti altri casi invece uno dei due partner non si rivela in grado di comprendere fino in fondo il carattere dell’altro e soprattutto l’effetto che questo avrà sulla loro futura vita insieme, pensando che altri fattori possano supplire; è il caso tipico di chi sposa qualcuno molto più ricco, molto più colto, con una professione socialmente più stimata, o semplicemente che abbia una bella famiglia d’origine o degli amici particolarmente entusiasmanti (che chi sceglie, ovviamente, non ha).

Si può cadere nell’errore di non valutare affatto il carattere del partner, perché si è molto entusiasmati da tutto ciò che lo circonda e che magari si apprezza: fama, ricchezza, posizione sociale; ma appunto tali situazioni sono foriere di delusioni, perché quando la coppia si ritrova da sola nella sua quotidianità, ciascuno dei due troverà davanti a sé uno sconosciuto.

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