IMU, ennesima mazzata per gli italiani: se spostate anche solo un mobile raddoppia | Non potete toccare nulla in casa

Giovane coppia sposta un divano in casa_Donnaclick
In Italia, anche migliorare la propria abitazione può trasformarsi in un boomerang fiscale per i cittadini.
Ristrutturare casa dovrebbe essere una buona notizia. Migliora la qualità della vita, la sicurezza e persino il valore dell’immobile. Ma in Italia ogni vantaggio sembra portare con sé un rischio fiscale nascosto.
Quando si decide di eseguire lavori nella propria abitazione, ci si concentra su costi, tempi e risultati. In pochi, però, considerano cosa succede dal punto di vista catastale. E spesso è lì che arriva la vera stangata.
In particolare, le ristrutturazioni possono far scattare l’obbligo di aggiornare la rendita catastale, ovvero il valore fiscale dell’immobile su cui si calcolano IMU, Irpef e altre imposte.
Il problema è che questo aggiornamento, obbligatorio in molti casi, porta a un aumento della base imponibile e quindi a una raffica di tasse più alte. E sì, accade anche se nessuno ve lo dice prima.
Quando ristrutturare significa pagare di più
Secondo il Testo Unico dell’Edilizia, ogni modifica strutturale che incide su valore, superficie, destinazione d’uso o comfort dell’abitazione può comportare una revisione catastale. Anche una semplice trasformazione di un vecchio casolare in una villetta moderna può far lievitare la rendita catastale. E se questa aumenta, aumentano automaticamente anche IMU e altre imposte collegate.
Se spostate anche solo i mobili a seguito di una ristrutturazione, rischiate di far scattare il ricalcolo della rendita catastale. Non è il gesto in sé, ovviamente, ma il fatto che lo spostamento dei mobili segnali una modifica della distribuzione interna dell’immobile. Questo vale, ad esempio, se abbattete un muro per un open space o dividete una stanza in due. Anche se a voi sembra solo una questione estetica, per il fisco è un cambiamento strutturale e va dichiarato.

I casi che fanno scattare l’aumento
L’aggiornamento della rendita catastale è obbligatorio ogni volta che i lavori modificano in modo rilevante la struttura o la funzione dell’immobile. Succede, ad esempio, quando si amplia la superficie con una veranda chiusa, si cambia il numero dei vani, si altera la distribuzione interna o si trasforma un’abitazione in ufficio. Anche ristrutturazioni che migliorano il comfort o aumentano il prestigio della casa possono far scattare il ricalcolo. E questo significa tasse più alte.
Non dichiarare questi interventi espone a sanzioni, ma dichiararli porta quasi sempre a un aumento dell’imposizione fiscale. L’obbligo vale anche senza bonus o agevolazioni. In pratica, se i lavori fanno crescere il valore dell’immobile di almeno il 15%, il nuovo classamento è inevitabile. E quel nuovo classamento vi presenterà il conto.