L’arrivo del cucciolo e la sua cura: risponde l’Educatore cinofilo on line

Prima di cimentarmi in questo argomento delicato, credo che sia importante fare una premessa. Il desiderio di possedere un cane di “razza” non è qualcosa di moralmente ed eticamente inaccettabile e la possibilità di poter appagare questo desiderio è un diritto inalienabile.  Ciò non di meno, quella dell’adozione di un cane è un’opportunità che andrebbe considerata, in quanto, di là dal significato, potrebbe risultare una scelta premiante, capace di regalare pari soddisfazioni, ma forse un pizzico di emozione e complicità in più.

Ora, addentriamoci nel percorso di avvicinamento alla scelta di accogliere un cucciolo di razza in casa! Questo iter deve essere corretto e consapevole e presuppone una riflessione ponderata e approfondita su due aspetti principali:

  1. quale razza?
  2. perché proprio quella?

In particolare, quest’ultimo punto prevede un’importante conoscenza della razza in merito a:

  1. le caratteristiche comportamentali
  2. le caratteristiche caratteriali
  3. le inclinazioni
  4. il repertorio motivazionale

Inoltre, prima ancora di confrontarci con ogni affinità di gusto estetico e con i vari trend del momento, è opportuno domandarsi se le nostre condizioni e abitudini di vita possano risultare adeguati ai parametri appena elencati.

Il cucciolo: UN IMPEGNO DI RESPONSABILITÀ

Prima di accogliere un cucciolo in casa, bisogna chiedersi, sinceramente e seriamente, se si è in grado di poter corrispondere alle attenzioni e alle esigenze di cui necessita quel cucciolo. Poi, una volta entrato a far parte della nostra vita, noi dovremo rappresentare per il cucciolo fin da subito il referente che gli darà conforto, sicurezza e risposte!

E’ inutile negare che il cane è un animale sociale e ogni forma di socialità prevede una struttura organizzata con dei ruoli ben precisi, delle competenze e dei livelli di posizionamento: questo si chiama gerarchia. Infatti, il cane ha delegato a noi umani la responsabilità di organizzare la propria vita e, di conseguenza, saremo proprio noi a dover porre delle regole, aventi tre obiettivi:

  1. essere funzionali al miglioramento del suo inserimento nel nuovo contesto famigliare
  2. fargli apprendere quei comportamenti che corrispondono ad acquisizioni necessarie a chiarire il suo ruolo e le sue competenze
  3. ottimizzare la sua vita sociale e la sua sopravvivenza psico-fisica

Queste nostre capacità sono quelle che susciteranno nel cucciolo uno spontaneo riconoscimento di autorevolezza, o per meglio dire di leadership. Quindi, lo status di leader ci viene riconosciuto dal cucciolo in funzione di manifeste dimostrazioni di capacità, di garanzie, di coerenza e di sicurezza e non attraverso brutali dimostrazioni di forza!

Tuttavia, affinchè avvenga un reale processo di apprendimento, è necessario prevedere la partecipazione attiva del cucciolo, cui sarà necessario, in primis, riconoscere una capacità riflessiva e operativa. In questi termini il proprietario, eventualmente supportato e dotato degli adeguati strumenti didattici, sarà di fatto il vero Educatore del proprio cucciolo, colui che sarà responsabile della realizzazione del bon ton dell’URBAN DOG!

Questo lavoro segue un percorso preciso:

  • il proprietario dovrà avere la capacità di gestione coerente, funzionale e rispettosa delle sue prerogative (ad esempio: cibo, gioco, socialità)
  • di conseguenza, ciò comporterà la necessaria introduzione di alcune regole che, in questi termini, risulteranno ben accette, dal momento che nessun cane ama l’anarchia e il totale permissivismo è fronte di confusione
  • infine, il proprietario dovrà impostare una sequenza comportamentale, che entrerà a far parte del repertorio praticato e praticabile del cucciolo, grazie ad una sua ripetitività e alla sua introduzione nella gestione delle prerogative abitudinarie

Michele Raffaelli.
Dottore in Scienze del Comportamento Animale.
Educatore Cinofilo e Consulente Comportamentale.
Responsabile Education PetPRO.
www.petpro.it