Yara Gambirasio: la Cassazione chiude all’analisi dei reperti e blinda l’ergastolo per Bossetti

di Redazione


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La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile l’istanza presentata dai legali di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, con la quale si chiedeva di poter procedere a nuove analisi sui reperti raccolti durante le indagini sulla morte della 13enne di Brembate. Si tratta dell’ennesima sconfitta giudiziaria per la difesa del muratore di Mapello, che da anni lotta per ottenere la revisione del processo.

La scomparsa e la morte di Yara Gambirasio

Yara Gambirasio scomparve da Brembate il 26 novembre 2010 e venne ritrovata senza vita esattamente tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, in un campo a Chignolo d’Isola. Le indagini portarono all’individuazione di Ignoto 1, il cui DNA fu isolato sugli indumenti della vittima. Dopo una lunga caccia all’uomo, nel giugno 2014 venne arrestato Massimo Bossetti, muratore di Mapello, il cui profilo genetico corrispondeva a quello di Ignoto 1.

L’arresto di Massimo Bossetti e la condanna

L’imputato si è sempre dichiarato innocente, sostenendo che il DNA che lo incrimina sarebbe stato in qualche modo “truccato”. Per questo, dopo la condanna definitiva del 2019, i suoi avvocati hanno avviato una battaglia giudiziaria per ottenere nuove analisi sui reperti, convinti che così si possa dimostrare l’estraneità del loro assistito rispetto all’efferato delitto. La Cassazione, però, ha sempre negato questa possibilità, autorizzando soltanto la visione e non la manipolazione degli elementi in sequestro. L’ultimo capitolo di questa intricata vicenda processuale si è chiuso con la pronuncia odierna della Suprema Corte, che ha dichiarato inammissibile la richiesta di analisi avanzata dai legali di Bossetti.

La battaglia legale per ottenere nuovi esami

Secondo gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini si tratta di una decisione “incredibile”, che mette in dubbio l’esistenza stessa della giustizia. Essi sostengono che nel provvedimento del luglio 2022 la Cassazione avrebbe compiuto “un evidente errore di fatto”, confondendo la decisione del Tribunale di Bergamo di novembre 2019, che autorizzava le analisi, con una successiva “nota” dello stesso Tribunale che invece le escludeva limitandosi alla sola visione. La Suprema Corte, però, non ha accolto questa interpretazione, ribadendo che ogni manipolazione dei reperti resta preclusa e che alla difesa non resta che visionarli. Si tratta dell’ennesima sconfitta per Bossetti, che vede così allontanarsi ancora la possibilità di ottenere la revisione del processo.

L’ennesima sconfitta per la difesa di Bossetti

La storia di Yara Gambirasio ha scosso l’Italia intera. La scomparsa e l’omicidio della giovane ginnasta di Brembate, il lungo periodo senza risposte, la figura enigmatica di Ignoto 1, infine l’arresto di Bossetti hanno tenuto col fiato sospeso l’opinione pubblica per anni. Oggi, a distanza di oltre un decennio dai tragici eventi, rimangono molti punti oscuri. La difesa di Bossetti è convinta che nuove analisi possano ribaltare il quadro probatorio, ma la Cassazione appare irremovibile nel negare questa possibilità. L’ergastolo per il muratore di Mapello sembra blindato, ma è probabile che la sua estenuante lotta in sede giudiziaria non sia ancora giunta al capitolo finale.

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