Campionessa di scherma violentata: “Sono a pezzi, davanti a me vedo il buio”

di Redazione


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Tragedia nel mondo della scherma: una promettente atleta diciassettenne, di nazionalità uzbeka, ha subito un trauma devastante durante un ritiro a Chianciano Terme, in provincia di Siena. La giovane campionessa ha raccontato al quotidiano “Il Messaggero” di essere stata violentata da tre colleghi atleti della nazionale junior azzurra.

Cosa ha detto la ragazza

Con parole cariche di disperazione, ha aperto il suo cuore: “Sono a pezzi, davanti a me vedo il buio”. Il suo amore per lo sport si scontra ora con l’angoscia di ritrovarsi faccia a faccia con i suoi aggressori: “Non posso salire in pedana e vedere di nuovo quelle persone”.

La terrificante ricostruzione della violenza

La sera del 4 agosto, dopo una competizione a Milano, la festa si è trasformata in incubo. La ragazza, insieme agli altri atleti, si è recata in un bar di fronte all’hotel per celebrare. “Ricordo solo di aver bevuto qualcosa, poi il nulla”, ha detto. Si è svegliata senza forze, incapace di reagire. Le analisi del sangue hanno confermato la presenza di alcol e sostanze stupefacenti, un dettaglio che aggiunge gravità alla vicenda. Sul caso è intervenuta la Procura di Siena, che ha aperto un’inchiesta. Due dei tre atleti sono stati iscritti nel registro degli indagati, mentre per il terzo, minorenne, la situazione è al vaglio della Procura dei minori. Nonostante la presunta gravità dei fatti, tutti e tre gli atleti sostengono la loro innocenza.

Le perplessità della difesa

L’avvocato della schermitrice, Luciano Guidarelli, ha espresso forte critica verso la Procura e la Federazione Scherma per la mancata attivazione del codice rosso e per l’assenza di provvedimenti disciplinari nei confronti degli atleti indagati. Il legale sottolinea come la vittima abbia dovuto affrontare ulteriori traumi incrociando i suoi presunti aggressori durante eventi successivi. A seguito della violenza, la ragazza ha confidato il suo dramma alla compagna di stanza e alla madre, che è giunta in Italia, e ha informato la Federscherma, che però non ha adottato misure concrete di sostegno o sanzione.

Cosa ha fatto la Procura

In risposta alle accuse di inerzia, la Procura senese ha delineato il percorso investigativo, evidenziando le varie fasi e i passi compiuti, dal sequestro dei cellulari fino alla richiesta di incidente probatorio per acquisire la testimonianza della giovane vittima. I magistrati hanno difeso le loro scelte, rifiutando le accuse di inattività e di inosservanza del codice rosso.

Dubbi sulle tempistiche

L’avvocato Guidarelli, tuttavia, permane nella sua perplessità per la mancata applicazione di misure cautelari, nonostante le sue ripetute richieste. Egli rimane sorpreso di fronte al tempo trascorso prima dell’attuazione della richiesta di incidente probatorio, un passo che, secondo lui, avrebbe dovuto essere compiuto dopo i fatti. Paolo Azzi, presidente della Federscherma, ha dichiarato che la Federazione ha fatto tutto quanto in suo potere, sottolineando l’impossibilità di sostituirsi agli organi giudiziari. Azzi ha ricordato che non si possono sospendere gli atleti senza provvedimenti cautelari o giudiziari concreti. Ha inoltre rivelato che la Federazione ha già preparato l’atto per costituirsi parte civile, qualora il processo ordinario lo consenta.

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