Bimbo di 3 anni muore al parco acquatico, arrestata la mamma: l’accusa è pesantissima

di Redazione


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Un bimbo di 3 anni è morto annegato in un parco acquatico del Texas. Secondo la polizia, la madre lo avrebbe ignorato, mentre “passava ore a guardare il telefono e cantare al ritmo della musica”, ma il suo avvocato sostiene che la colpa è dei bagnini poco attenti. Jessica Weaver, 35 anni, è accusata di negligenza e omissione: il piccolo, Anthony Leo Malave, era il suo unico figlio.

La vicenda è avvenuta al parco acquatico Camp Cohen di El Paso. Diversi testimoni hanno detto che la donna era disattenta nei momenti che hanno preceduto la tragedia. Weaver è stata arrestata e rinchiusa nella prigione della contea di El Paso il 22 settembre, poi rilasciata su cauzione.

Uno dei bagnini che lavoravano al parco acquatico ha tirato fuori il piccolo Anthony da una parte della piscina profonda poco più di un metro: è lì che sarebbe annegato. Il piccolo non indossava alcun giubbotto di salvataggio, nonostante i dispositivi fossero a disposizione degli ospiti della struttura.

All’interno del parco sono presenti cartelli che spiegano che i bambini fino a 6 anni “devono essere assistiti direttamente da un adulto che sa nuotare” in ogni momento e “devono essere supervisionati da un adulto nei paraggi”.

Le accuse e la difesa

Secondo il procuratore distrettuale di El Paso Bill Hicks, gli investigatori hanno parlato con diversi testimoni il giorno dell’incidente.

Jessica Weaver
Jessica Weaver

Un testimone ha detto che una donna che corrispondeva alla descrizione di Weaver “non alzava mai lo sguardo né prestava attenzione a nulla”, mentre era incollata al suo telefono a bordo piscina per più di un’ora. Un altro testimone ha detto che la donna stava scattando foto per tutto il tempo in cui l’ha vista in piscina, secondo la dichiarazione giurata.

Una terza persona ha visto “la madre cantare una canzone che veniva suonata e lei era sdraiata, guardando il suo telefono circa sette minuti prima che il bambino venisse tirato fuori dall’acqua”, si legge nel documento.

Secondo un altro ancora, la donna “ha incoraggiato il bambino ad andare in piscina, prima di allontanarsi e lasciare il bambino da solo”. Hicks ha detto alla stampa che la Weaver è stata accusata poiché non aveva prestato abbastanza attenzione: “Un bagnino non è una baby-sitter. Sono l’ultima risorsa per salvare una vita” .

Gli avvocati della donna sostengono che le accuse sono ingiuste e hanno intentato causa per 1 milione di dollari poiché la tragedia sarebbe stata il risultato di una “grave negligenza” da parte del parco e dei suoi bagnini.

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