Incidente al parco acquatico: il vento spazza via un gonfiabile, morto un papà di 35 anni

di Redazione


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Drammatico incidente in un parco acquatico in Francia. Un uomo di 35 anni è morto dopo il cedimento di una struttura gonfiabile del Wonderland Waterpark di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume. La procura di Draguignan ha aperto un’inchiesta per omicidio e lesioni colpose: ricostruiamo la vicenda.

Tragedia al parco acquatico

Secondo quanto ricostruito al momento, nella giornata di ieri, domenica 30 luglio, una struttura gonfiabile del parco acquatico sarebbe esplosa, volando via e facendo un salto di circa 50 metri con due persone all’interno, padre e figlio. I soccorritori sono subito intervenuti, rianimando entrambi, ma l’uomo è poi morto in ospedale.

La tragedia è avvenuta nel sud della Francia, presso il Wonderland Waterpark di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, a una quarantina di chilometri da Aix-en-Provence. Aperta un’inchiesta dalla procura di Draguignan per omicidio e lesioni colpose. La struttura aveva aperto i battenti questa estate.

Un parco acquatico (foto di repertorio)
Un parco acquatico (foto di repertorio)

La vicenda è anche stata riportata su Facebook dal sindaco di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Alain Decanis. “Come ha potuto un parco acquatico che avevamo accolto sul territorio comunale per portare gioia e allegria ai bambini trasformarsi in una macchina di morte che ha distrutto un’intera famiglia?”, ha commentato il primo cittadino.

Padre e figlia erano stati portati in ospedale con l’elisoccorso, ma purtroppo per il 35enne non c’è stato nulla da fare. Il dipartimento del Var, in cui si trova il parco acquatico, era anche in allerta rossa per incendi, a causa della ripresa del vento. La struttura gonfiabile incriminata, lunga e larga 20 metri, si è spostata di circa 50 metri. Secondo Météo-France, il vento soffiava a circa 55 km/h in quell’area.

Attraverso i social, il Wonderland Park ha comunicato che rimarrà chiuso “per due giorni in solidarietà alle vittime e alle famiglie”. “Siamo devastati“, si legge ancora.

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