Chi era Martino Benzi, l’autore della strage di Alessandria

di Redazione


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Un uomo di 67 anni, Martino Benzi, ad Alessandria, ha ucciso la moglie, il figlio e la suocera, poi si è tolto la vita.

Prima ha ammazzato la moglie Monica Berto e il figlio 17enne Matteo, mentre stava dormendo. Poi, si è recato in una casa di riposo e ha ucciso la suocera Carla Schiffo e, infine, si è tagliato la gola.

Chi era Martino Benzi

Martino Benzi, ingegnere, nato nel 1956, di sé diceva di essersi “deciso a fare un figlio a cinquant’anni, età in cui qualche mio compagno di scuola diventava nonno”.

Secondo quanto riportato sul suo profilo Linkedin, l’uomo aveva frequentato il Politecnico di Torino per poi iniziare la sua attività come libero professionista: dal 1991, aveva uno studio in proprio ad Alessandria, prima altri lavori nello stesso ambito. Tra il 1994 e il 2000 avrebbe lavorato in un altro studio tecnico.

Benzi si occupava di progettazione e realizzazione di siti web e di consulenze informatiche.

Sul suo sito professionale parla di “17 anni di esperienza” nella creazione di siti web.

Era iscritto all’Ordine degli Ingegneri di Alessandria.

Il blog

L’uomo gestivo anche un blog, dedicato sia ai suoi pensieri personali che alla sua attività professionale, presentandosi così:

“Sono uno che — nato nel 1956 — si è deciso a fare un figlio a cinquant’anni, età in cui qualche mio compagno di scuola diventava nonno. Allora non stupitevi se questo blog, a volte, presenterà dei contenuti stranamente incongrui per il pacato gentiluomo che dovrei e vorrei essere.

Come vedete non scrivo questo blog sotto uno pseudonimo, non mi sono mai piaciuti, anche quando intervengo nei blog di altri lo faccio sempre con il mio vero nome — a volte solo Martino — così sono costretto a pensare tre volte a ciò che scrivo e che rimarrà per sempre reperibile nei meandri del web.

Mi piace raccontare. E scrivere. Ho incominciato a farlo seriamente il giorno in cui mio figlio ha compiuto diciotto mesi e all’inizio era la trascrizione delle favole raccontate a lui, poi sono diventate storie per quando fosse stato più grande. Avete presente “Morfologia della fiaba” di Vladimir Propp?  Visto che dall’ultima glaciazione si diventa adulti con questo tipo di racconti, il papà voleva contribuire personalmente a dissestare l’equilibrio psichico del pupo. Peccato che i romanzi per ragazzi incominciati pensando a lui avanzino molto lentamente nel mio hard disk — accidenti, quanto è complicato scrivere romanzi “per ragazzi” — e ben difficilmente saranno pronti prima che il pargolo vada al liceo e, forse, allora, non gli piaceranno nemmeno un po’.

Ci sono però altre storie, altri racconti per un pubblico adulto, e quelli ve li dovrete sorbire, a meno che i vostri commenti non siano tanto lapidari — lapidatori — da costringermi a chiudere baracca e burattini per la vergogna.

Mi piacciono la divulgazione scientifica e la matematica ricreativa: questo blog conterrà spesso articoli su questi argomenti, raramente sotto forma di contributi originali, più spesso come citazioni, segnalazioni e commenti del lavoro di altri, molto ma molto più bravi di me. Roba da crepare d’invidia.

Mi piacciono molto meno l’attualità e la politica, non è che non mi tocchino da vicino — anzi — però sono convito che le mie opinioni finirebbero con l’essere espresse con eccessiva energia e c’è già troppa gente che urla sul web. Non troverete, quindi, molti articoli in proposito, dovrei essere colto da un improvviso entusiasmo — quasi un raptus — per  qualche specifico argomento.

In compenso, ogni tanto vi affliggerò con post di vita personale, del tipo padre orgoglione che comunica all’universo mondo che il pargolo è il primo esemplare di Homo sapiens sapiens ad andare in prima elementare.

E, per finire, vi segnalerò le novità del mio sito web professionale, in fin dei conti l’ho costruito come un vero e proprio libro suddiviso in capitoli e qualcosina potrebbe interessare anche a quei quattro lettori che bazzicano qui”.

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