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Julian Assange libero, chi è il fondatore di Wikileaks
Dopo una lunga battaglia legale, Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, è finalmente libero. Detenuto per cinque anni nel Regno Unito e a lungo reclamato dagli Stati Uniti, Assange è diventato un simbolo della libertà di informazione per tutti i suoi sostenitori.
Lunedì scorso, grazie a un accordo di dichiarazione di colpevolezza raggiunto con gli Stati Uniti, Assange ha ottenuto la libertà, mentre la giustizia britannica stava per esaminare un appello finale contro la sua estradizione.
In un lungo post su X Wikileaks ha parlato della libertà di Assange, ringraziando tutti coloro che hanno sostenuto il programmatore e attivista in questo difficile periodo: “Mentre ritorna in Australia, ringraziamo tutti coloro che ci sono stati accanto, hanno combattuto per noi e sono rimasti totalmente impegnati nella lotta per la sua libertà”.
Chi è Julian Assange
Assange, australiano di 52 anni, ha avuto una vita caratterizzata da molte vicissitudini. Nato da Christine Ann Assange, un’artista teatrale, e separato dal padre prima della nascita, ha vissuto in più di trenta città australiane prima di stabilirsi a Melbourne, dove ha studiato matematica, fisica e informatica.
Coinvolto nella comunità degli hacker fin da giovane, Assange ha iniziato a violare i siti web della NASA e del Pentagono con lo pseudonimo di “Mendax“.
Nel 2006, Assange ha fondato WikiLeaks con l’obiettivo di “liberare la stampa” e “smascherare segreti e abusi di Stato”. La piattaforma è diventata famosa nel 2010 quando ha pubblicato oltre 700.000 documenti riguardanti le attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti, in particolare in Iraq e Afghanistan. Questa rivelazione ha trasformato Assange in un paladino della libertà di informazione agli occhi di molti, ma anche in un bersaglio per il governo americano.
Gli Stati Uniti hanno accusato Assange di spionaggio e altri reati per la diffusione dei documenti riservati. Nel 2012, per evitare l’estradizione in Svezia dove era accusato di stupro, Assange si è rifugiato nell’ambasciata ecuadoriana a Londra. Lì ha vissuto per sette anni fino a quando, nel 2019, è stato arrestato dalla polizia britannica e trasferito nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh.
Durante la sua detenzione, la salute di Assange è peggiorata notevolmente. La sua famiglia e i suoi avvocati hanno espresso preoccupazioni per il suo benessere fisico e mentale. La sua ex avvocatessa, Stella Assange, che ha sposato Assange mentre era in prigione, ha sottolineato il rischio di suicidio in caso di estradizione negli Stati Uniti.
L’annuncio della sua liberazione è stato dato da WikiLeaks subito dopo la conclusione dell’accordo con la giustizia americana. Questo accordo ha permesso ad Assange di lasciare il Regno Unito e tornare finalmente in libertà. Nonostante le molte difficoltà, Assange è riuscito a resistere alle pressioni e alle accuse, mantenendo il sostegno di molti che vedono in lui un simbolo della lotta per la trasparenza e la libertà di stampa.
Oggi, secondo l’accordo con la giustizia americana i procuratori chiederanno una condanna a 62 mesi, ovvero il tempo trascorso da Assange nel carcere di Londra, noto anche come la “Guantanamo inglese”.
La controversia
Assange è sempre stato una figura controversa. La sua immagine di “cyber-guerriero” è stata offuscata nel corso degli anni, in particolare durante la campagna presidenziale degli Stati Uniti del 2016, quando WikiLeaks ha pubblicato migliaia di email hackerate dal Partito Democratico. Queste rivelazioni sono state accolte con entusiasmo dal candidato Donald Trump, mentre la CIA ha affermato che i documenti erano stati ottenuti da agenti russi, un’accusa che WikiLeaks ha sempre negato.
Nel 2011, i cinque giornali che collaboravano con WikiLeaks, tra cui il New York Times e il Guardian, hanno criticato la piattaforma per aver pubblicato documenti non oscurati del Dipartimento di Stato americano, mettendo potenzialmente a rischio le fonti. Tuttavia, alla fine del 2022, gli stessi giornali hanno chiesto al governo americano di ritirare le accuse contro Assange, affermando che “pubblicare non è un crimine”.
Julian Assange, con il suo percorso travagliato e controverso, ha lasciato un segno indelebile nella storia del giornalismo e della libertà di informazione. La sua vicenda continua a sollevare dibattiti sul ruolo della trasparenza, della sicurezza nazionale e dei diritti umani nel mondo moderno. Con la sua liberazione, il futuro di Assange e di WikiLeaks resta un capitolo aperto, pronto per nuove sfide e scoperte.
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