Affitti brevi in Italia: arriva il nuovo regolamento

di Romina Ferrante


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Tante novità in arrivo per il settore degli affitti brevi in Italia. Proprio ieri l’ufficio legislativo del Ministero del Turismo ha inviato alle associazioni coinvolte nei dibattiti di questi mesi la nuova bozza del regolamento.

Il nuovo provvedimento prevede restrizioni più rigorose e sanzioni più severe, così da contenere l’uso eccessivo e indiscriminato degli appartamenti per affitti turistici brevi, soprattutto nelle grandi città e nelle località turistiche.

Tutte le novità del DDL

In primo luogo, rispetto al testo precedente, l’obiettivo del nuovo regolamento non è più quello di far fronte al “rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento”, ma rendere la disciplina “uniforme a livello nazionale nonché di contrastare il fenomeno dell’abusivismo nel settore”.

La nuova proposta stabilisce che il soggiorno minimo per gli affitti brevi sia di due notti, aumentando il limite minimo di un giorno. Inoltre, ogni appartamento destinato all’affitto breve dovrà avere un codice identificativo nazionale (CIN) che deve essere esposto nell’annuncio. Questo CIN è collegato all’immobile e deve essere concesso dalle regioni, mentre spetterà ai comuni la vigilanza sull’applicazione del regolamento su tutte le piattaforme e canali di promozione.

Un’altra novità riguarda l’inasprimento delle sanzioni. Ad esempio, chi affitta una casa per una sola notte potrebbe essere soggetto a una multa fino a 5.000 euro. L’omissione dell’esposizione del CIN nell’annuncio comporterà una sanzione da 500 a 5.000 euro e la rimozione immediata dell’annuncio. Inoltre, chi non ha richiesto il CIN potrebbe essere sanzionato con una multa fino a 8.000 euro.

Il regolamento mira anche a centralizzare la raccolta di informazioni attraverso una banca dati del Ministero del Turismo che gestirà dati sugli affitti brevi, ma anche su alberghi, B&B, agriturismi e altre strutture ricettive. Tuttavia, saranno ancora le regioni a concedere i CIN.

Introdotto anche il divieto di soggiorni inferiori a due notti nelle zone territoriali storiche, artistiche e di particolare pregio ambientale. Rispetto al testo presentato a maggio sono state eliminate le deroghe previste nel caso in cui la parte conduttrice fosse costituita da un nucleo familiare numeroso composto da almeno un genitore e tre figli.

Inoltre, è stato ridotto da 4 a 2 il numero massimo di appartamenti della stessa proprietà, che possono essere tassati con la cedolare secca nell’ambito degli affitti brevi (da 1 a 30 notti) su tutto il territorio nazionale.

Il settore degli affitti brevi in Italia è in rapida evoluzione, e questo nuovo provvedimento potrebbe avere un impatto significativo sulla sua regolamentazione e sul comportamento degli host e degli ospiti. Resta da vedere come verrà applicato e se avrà realmente l’effetto desiderato, ciò quello di controllare e disciplinare il settore degli affitti brevi nel paese.

Foto da depositphotos.com

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