Sessismo e stalking sulle donne, l’ombra nera sull’Accademia militare di Modena

di Redazione


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Si tinge di ombre cupe la storica Accademia militare di Modena, fucina di futuri ufficiali dell’Esercito e dell’Arma dei Carabinieri. Un tenente colonnello di 45 anni, responsabile del centro ippico dell’istituto tra il 2019 e il 2021, è indagato dalle procure di Modena e Verona con l’accusa di aver sottoposto i propri sottoposti, sia uomini che donne, a vessazioni psicologiche e morali intollerabili.

Clima di terrore all’ombra della Ghirlandina: tenente colonnello sotto inchiesta

Le testimonianze raccolte dagli inquirenti parlano di un clima di terrore instaurato dall’ufficiale, fatto di insulti, minacce, punizioni umilianti e insensate, come obbligare i militari a lavare di continuo i genitali dei cavalli. Un modus operandi volto, secondo l’accusa, a soggiogare completamente la volontà degli inferiori in grado, che sarebbero stati costretti ad assecondare ogni capriccio del superiore o vedersi negati permessi e progressioni di carriera.

Body shaming e battute sessiste alle donne nella storica Accademia

Particolarmente odiosi gli episodi di body shaming e le frasi sessiste rivolte alle donne, una condotta inaccettabile in un’istituzione che dovrebbe formare i quadri delle forze armate nel rispetto della dignità di ogni persona. Molestie continue al personale femminile, con battute a sfondo sessuale, commenti sull’aspetto fisico o racconti sulle sue esperienze.

Undici militari accusano il superiore di vessazioni psicologiche intollerabili

A far scattare le indagini è stata la segnalazione di un generale, attuale comandante dell’Accademia, che raccogliendo le confidenze di alcuni frequentatori ha investito della questione l’autorità giudiziaria. Sono 11 i militari, 7 uomini e 4 donne, che hanno sporto querela contro Cati, ora accusato di stalking, violenza privata e minacce. “Se voglio distruggere una persona, posso farla impazzire fino alle dimissioni” è una delle frasi intimidatorie che i magistrati contestano all’ufficiale. Una condotta vessatoria protrattasi per anni, fatta di insulti, pressioni psicologiche, richiami immotivati e perfino accessi d’ira con calci e pugni contro gli arredi.

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