Enzo Miccio, intervista esclusiva al guru del bon ton

di francesca


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Avete presente le puntate di “Wedding Planners” quando Enzo Miccio sfreccia per tutta Milano sul suo scooter? La nostra intervista è stata realizzata proprio in questo contesto! Enzo in questi giorni è impegnatissimo ed entra ed esce di continuo da riunioni di redazione e, in più, sta girando le nuove puntate di “Ma come ti vesti?” insieme all’inseparabile Carla Gozzi. Ciononostante, siamo riusciti a parlargli proprio mentre stava raggiungendo gli studi Real Time, nel cuore di Milano. Seppur sempre di corsa, ci ha concesso un po’ del suo prezioso tempo raccontandosi in questa intervista in esclusiva per Donnaclick.

Attualmente sei protagonista su Real Time di due programmi di successo… Come e dove inizia la tua carriera?

Da giovane ho iniziato a lavorare negli uffici stampa dove ho imparato a seguire l’organizzazione degli eventi, in particolare delle sfilate. Mi sono “fatto le ossa” nei backstage. Di seguito, ho intrapreso la carriera di stylist nei servizi fotografici di moda.

Grazie a queste esperienze mi si è aperto un mondo e ho capito quale sarebbe stato il mio futuro.

Quando hai iniziato ad organizzare matrimoni?

E’ successo per caso, quasi per gioco: una carissima amica mi ha chiesto aiuto per il suo matrimonio. Poi, è arrivata l’organizzazione per un’importante cliente. Da quel momento si è trasformata in una vera e propria professione.

Devi pensare che, quando ho iniziato, la figura del wedding planner non era molto conosciuta in Italia. Nonostante lavorassi a Milano, la città che dovrebbe essere la più moderna, la più aperta alle novità, il luogo dove nascono le tendenze, la gente faceva fatica a capire che non vendessi nulla, che nello studio di via San Maurilio offrivamo solo servizi e non prodotti. Diciamo che sono stato tra i pionieri di questa professione in Italia. In poche parole, sono riuscito a portare nel nostro paese un’attività molto diffusa negli USA e nei Paesi Anglosassoni dove è impensabile la realizzazione di un matrimonio senza l’aiuto del wedding planner. La mia mission è cercare di diffondere la mia professione e, forse, dato i risultati, ci sono riuscito!

In più, organizzo corsi di formazione per wedding planners che tengo personalmente.

E’ vero che viaggi sempre con foglio e penna dove annoti tutto ciò che potrebbe essere uno spunto importante per la tua creatività?

Assolutamente sì! Ho sempre con me carta e penna, telefonino, macchina fotografica… Tutto può essere uno spunto per la mia creatività: se vado a cena da qualcuno, la casa stessa può suggerirmi qualcosa, oppure quando faccio un giro in centro le vetrine possono darmi qualche input…. Insomma, non smetto mai di lavorare, di captare i segnali che vengono dall’esterno. Come avrai capito, ho poco tempo libero e la mia vita personale è messa da parte!

Poco tempo fa si è svolto il matrimonio di Kate e William: cosa ti è piaciuto cosa e ha stonato in quel evento?

Mi è sicuramente piaciuta la grande macchina organizzativa che si è messa in moto. Un’organizzazione veramente imponente!

Mi è piaciuto meno il ruolo di damigella di Pippa (ndr. la sorella di Kate).

Ma la chiesa non dava l’idea di essere un po’ spoglia… con gli alberi posizionati nella navata centrale?

In realtà avrebbe potuto sembrarlo ma sull’altare c’erano fiori bianchi. Westminster è imponente e, quindi, comunque di difficile allestimento… Trovo che la scelta degli alberi sia stata indicata, l’ho usata anche io in un matrimonio che ho organizzato nel 2004. Ripeto: l’intervento decorativo in un’abbazia è difficile ma sono riusciti ad attirare l’attenzione sui punti strategici. Il risultato è stato sobrio, senza eccessi. Sinceramente, non mi sento di criticare l’allestimento.

E l’abito di Kate?

L’ho trovato sobrio, molto normale, il tessuto mi ricordava quello di Grace Kelly. Se mi avessero chiesto prima del matrimonio come l’avrei immaginato, avrei detto esattamente così. La scollatura era però troppo pronunciata e non mi è piaciuto il velo corto. Nell’insieme, comunque, era un abito di gusto. Forse, per una futura regina, l’aspettativa era quella di un abito più imponente.

Sei un cultore della perfezione. Nella vita di tutti i giorni sei una persona precisa e organizzata come vediamo in TV?

In realtà il culto per la perfezione arriva proprio dalla mia quotidianità. Sono esattamente come mi si vede in TV. Ti dirò, l’essere sempre alla ricerca della perfezione, è una condanna: non sono mai contento, devo sempre migliorare le cose, aggiustarle! Non sono mai soddisfatto!

Passiamo alla trasmissione “Ma come ti vesti?”. Sembri così in sintonia con Carla…

Si, decisamente. Ovviamente ogni tanto abbiamo delle divergenze, ma alla fine troviamo sempre un punto in cui le nostre idee convergono.

Ti piace “come si veste”?

Si, certo! E poi Carla ha un fisico perfetto: è minuta ma non bassa e qualsiasi abito indossi le dona! Tra l’altro ha una serie di abiti vintage bellissimi che le stanno molto bene.

Avete anche scritto un libro per la Rizzoli (ndr. “Ma come ti vesti?”): ci racconti qualcosa in merito a questa avventura?

Il nostro libro si rifà all’omonima trasmissione: cerchiamo di far emergere il buon gusto, combattendo il cattivo. È un piccolo vademecum con tanti consigli pratici, c’è ad esempio una sessione dedicata ai tessuti, che per alcuni rappresentano un mondo sconosciuto. E’ una sorta di spunto illustrato di tutto ciò che una donna dovrebbe avere nel proprio armadio.

Come vi siete divisi i lavori nella realizzazione del libro?

Beh, ad esempio, come potrai immaginare, mi sono occupato della parte in cui parliamo delle spose. Carla, invece, ha dedicato tante energie alle sessione dedicata ai tessuti. Durante la lavorazione, dato che ognuno di noi è sempre impegnatissimo, abbiamo condiviso lunghe ore notturne di lavoro al telefono.

“Come ti vesti” nella quotidianità? Impeccabile come durante le tue trasmissioni?

Direi di sì, ovviamente al mattino scelgo gli abiti in base agli impegni della giornata. Ma non rinuncio mai alla giacca, indipendentemente dalla temperatura esterna!

Quante giacche hai nel tuo armadio?

Ho perso in conto! Ne ho comunque di tutti i tipi: da quelle sportive a quelle più eleganti.

L’immagine fa il monaco?

Assolutamente sì! E’ il tuo biglietto da visita prima di dire chi sei, prima di porgere la mano a una persona sconosciuta. L’aspetto fisico dice molto di te.

Chi è stato il caso più disperato tra i partecipanti alla trasmissione?

Se non sono casi disperati non li vogliamo! Anche gli uomini sono in grado di fare degli errori grandissimi! In quanto ad “orrori” sono peggio delle donne!

Qual è il target di riferimento del vostro programma?

Abbiamo un pubblico decisamente trasversale: dalle bambine – a cui abbiamo fatto una dedica speciale nel nostro libro – alle mamme… Direi donne di tutte le età!

Per strada molta gente ci riconosce e ci ferma e anche i mariti si sono lasciati trasportare e sono diventati nostri spettatori.

Quindi cosa piace ai vostri fan?

Direi lo humour e la spensieratezza con cui affrontiamo la trasmissione.

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