Toxoplasmosi in gravidanza: diagnosi e precauzioni

di francesca


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Se contratta in gravidanza, però, può causare seri danni al feto, è per questo è opportuno usare una serie di precauzioni.

Le analisi: il Toxo-test

Poiché i sintomi nella Toxoplasmosi sono quasi sempre impercettibili, per individuarla è fondamentale ricorrere a uno specifico test che si effetti a in seguito a un prelievo di sangue: il Toxo test. Tale esame individua l’eventuale presenza di due tipi di anticorpi diretti contro il T. gondii: le IgG e le IgM.
In base ai risultati, può stabilire se la malattia è stata contratta, se l’infezione è recente o è ancora in corso.
Se la donna è già stata infettata dal microrganismo e l’infezione risale a un periodo antecedente la gravidanza, può stare tranquilla, poiché l’infezione avviene una sola volta nella vita.
Se la donna risulta negativa al Toxo-test (ovvero non ha mai contratto la malattia), dovrà ripeterlo regolarmente per tutta la gravidanza e osservare una serie di precauzioni.

Dove si trova il microrganismo responsabile della toxoplasmosi?

Il T. gondii si riproduce nel gatto, che è il suo ospite finale, producendo delle spore molto resistenti che vengono espulse con le feci del gatto. Questo non fa del gatto l’unico animale a rischio, né le case e i giardini in cui è presente un gatto gli unici luoghi a rischio.
Le spore presenti nel terreno, infatti, possono essere trasportate anche a grande distanza, talvolta inoltre la terra viene trasportata o acquistata in sacchi.
La terra, dunque, e tutto quello che sta a contatto con essa (come ortaggi e alcuni tipi di frutta), è un elemento di rischio per la Toxoplasmosi.
Allo stesso modo, lo è la carne di tutti gli animali che possono contrarre l’infezione (e sono numerosi, anche fra quelli usati a scopo alimentare).

Il gatto e la Toxoplasmosi: quali i rischi reali?

Il gatto è lo spauracchio della gravidanza di molte donne. In realtà, solo una piccola percentuale di gatti è infetta. L’infezione è più frequente in età giovanile e in gatti che vivono all’aperto e mangiano animali, o a cui viene somministrata carne cruda. Un gatto che vive in casa e non mangia carne cruda, difficilmente si infetterà. È possibile chiedere al veterinario di effettuare le analisi per verificare se il gatto sia infetto.
Il microrganismo è eliminato dal gatto attraverso le feci e diventa infettivo per l’uomo solo dopo 2-3 giorni che sono state deposte, per cui è sufficiente togliere ogni giorno le feci dalla lettiera del gatto per ridurre drasticamente ogni rischio. Che il gatto stesso rimanga sporco per più giorni di residui delle proprie feci è altamente improbabile, dato che i gatti sono animali molto puliti quando sono in salute.
La precauzione più ragionevole, in sostanza, è quella di usare guanti nelle operazioni di pulizie della lettera, o delegarle a altri, per sicurezza.

La Toxoplasmosi e l’alimentazione in gravidanza

Contrarre la Toxoplasmosi da carni infette o ortaggi mal lavati è sempre piuttosto raro, ma più frequente che contrarla dal proprio gatto.
Poiché la cottura (oltre 67°C) distrugge le spore, è importante avere l’accortezza di non consumare carne poco cotta (bistecche al sangue o roastbeef ad esempio) e insaccati crudi (fanno eccezione, quindi, il prosciutto cotto e la mortadella).
Gli ortaggi crudi o la frutta che sta a contatto col terreno devono essere lavati abbondantemente o evitati.
Lavatevi sempre le mani dopo aver toccato gli ortaggi o la carne, ed evitate il contatto con la bocca.

Altre precauzioni: il giardinaggio

Poiché la terra è una delle principali fonti di infezione, particolare cautela va rivolta alla pratica del giardinaggio, che può essere effettuata usando dei guanti e evitando di portare la terra a contatto con bocca e mucose.

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