Intervista ad Alessandro Borghese, lo chef di Cucina con Ale

di francesca


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Cosa ricordi della tua infanzia?

Ricordo un’eccezionale vibrazione… c’era un’atmosfera molto felliniana. Il detto “Ah quelli sì erano altri tempi” calzava perfettamente con quel periodo! Lo star system era composto da personaggi che erano attori e attrici a 360°, in grado di coprire qualsiasi ruolo sia televisivo che al cinema. Credo di essere stato fortunato perché sono cresciuto tra veri talenti. Tra loro ovviamente c’è mia madre, Barbara Bouchet, che è una grande attrice e che tuttora sta avendo una gran carriera.

E’ stato difficile crescere come “il figlio della Bouchet”?

Ti dirò, quando sei bambino ne soffri di più, per tutti sei “il figlio di”… Da grande “superi” la difficoltà: hai il tuo mondo e la tua famiglia e tutto, quindi, è più facile.

La mia vera professione è il cuoco e la mia vita, fino al momento in cui è arrivata la Tv, si è svolta lontano dai riflettori. Credo che la Tv come è arrivata, prima o poi, sparirà dalla mia quotidianità. Ma continuerò ad esercitare la mia professione che mi dà un sacco di soddisfazioni e mi rende felice. Insomma, Alessandro Borghese sparirà dal piccolo schermo e arriverà un “altro” Alessandro Borghese.

Come ti sei avvicinato all’arte culinaria?

Grazie a mio padre che, da vero partenopeo, sfornava i piatti tipici della cucina campana: la pastiera, la genovese napoletana…

Quindi non era un cuoco?

No, faceva il produttore televisivo e l’imprenditore.

Allora raccontaci la tua storia…

A 17 anni, dopo il Diploma all’International School di Roma, mi sono imbarcato sulle navi da crociera per tre anni come cuoco. Ho viaggiato in tutto il mondo, da New York a San Francisco, fino alla Somalia.

Poi, nel 1997, mi sono trasferito a San Francisco, la mia città natale, dove ho lavorato in un ristorante vegetariano del quartiere italo-americano. Dopo due anni sono tornato in Europa, per l’esattezza a Parigi, dove ho fatto alcuni importanti stages.

Avevo però voglia di continuare ad approfondire le mie conoscenze e ho frequentato un corso per sommelier a Roma. Contemporaneamente, ho continuato a fare il cuoco in alcuni ristoranti della capitale.

Come sei approdato alla TV?

Per caso! Mi ero recato a Rimini insieme ad alcuni amici-colleghi ad una fiera di gastronomia per partecipare al campionato di panini. Era molto divertente, una scampagnata tra amici. Mi contattarono in quell’occasione, feci il provino quando tornai a Roma e mi presero.

Su Real Time sei protagonista di diversi programmi: “Cucina con Ale”, “Cortesie per gli ospiti”, “Cortesie per gli ospiti NY”, “Fuori Menu”. a quale sei più affezionato?

Al momento “Cucina con Ale”, ma mi rimarrà sempre nel cuore lo storico “L’ost” , che andò in onda Real Time nel 2005.

E’ vero che “Cortesie per gli ospiti” approderà a Londra?

Londra? Non ne so niente. Per ora abbiamo in programma di tornare in Italia.

Domanda cattiva: ogni tanto a “Cortesie per gli ospiti” dai l’impressione di annoiarti… è vero?

Sì, mi annoiano i piatti ma non le persone che partecipano al programma. Sono un animale sociale e le persone non potrebbero mai annoiarmi! Alcune volte assaggio piatti cucinati talmente male, fatti senza entusiasmo, che mi fanno passare la poesia. Cucinare dovrebbe essere un divertimento e anche partecipare alla trasmissione…

Rimani in contatto con coloro che partecipano ai tuoi programmi?

Con alcuni c’è un’empatia tale che sfocia in amicizia. Altri invece scivolano via e non ricordi di aver nemmeno girato la puntata!

Cosa pensi del tuo “collega” Gordon Ramsey?

Mi diverto come un pazzo a guardarlo! In realtà è un pezzo di pane ed è un grande professionista con cui è bello lavorare.

Parliamo di dessert. Buddy Valastro, “The cake boss” di Real Time, sforna dolci spettacolari. Anche tu li crei?

No, non è il mio mestiere. Creare dolci del genere è un’arte a sé, è un altro campo.

E poi io sono un “Matrician Boss” e non un “Cake Boss”!

Tra i dessert Made in Italy qual è il tuo preferito?

Tanti… Alcuni giorni fa, in occasione della Festa del Papà, mia moglie mi ha cucinato le Zeppole di San Giuseppe al forno. In realtà, le preferisco fritte ma erano comunque buone!

Sei diventato papà da pochissimo, giusto? Cosa cucinerai per tua figlia?

Sì, esatto. Mia figlia Arizona ha due mesi e, per ora, beve il latte della mamma. Ma quando sarà l’ora di svezzarla le preparerò una linea tutta fatta in casa: purea di frutta, verdure omogeneizzate, pesciolino cucinato come si deve…

Il tuo piatto preferito?

Mmm, ne ho tantissimi: dalla pasta al forno al pollo al arrosto… Mi piace molto anche un semplice piatto di pasta pomodoro. I piatti semplici sono i migliori, non a caso la mia società si chiama “Il lusso della semplicità”.

Ci daresti una ricetta per le nostre lettrici?

Certo! Vi insegno come cucinare la coratella con carciofi, polvere di peperoni e erba limoncina.

Ingredienti e dosi per quattro persone sono:

  • 1 Coratella d’agnello
  • 4 carciofi
  • 1 cipolla
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • Brodo
  • 1 limone
  • 1 peperone rosso
  • 1 peperone giallo
  • Germogli di erba limoncina
  • Olio per friggere
  • Aceto di xeres
  • Sale e pepe

Preparazione

Mondate i carciofi e tagliateli a lamelle. Immergeteli in acqua acidulata col succo di limone. Tagliate la cipolla a fettine sottili e le rosolate in una casseruola con 3 cucchiai d’olio. Scolate gli spicchi di carciofo e fateli saltare con la cipolla; aggiungete sale e pepe e il brodo e lasciate cuocere per circa 20 minuti.
Separate tutte le interiora fra loro (polmone, fegato, cuore), lavatele e tagliatele a pezzetti; e in una casseruola fate rosolare prima i pezzetti di polmone; e dopo 10 minuti unite il resto. Lasciate insaporire con aceto di xeres per altri 10 minuti. Aggiungete i carciofi e fateli cuocere per altri 2-3 minuti. Mettete i peperoni a seccare con le bucce nel forno a 160 gradi per 40 minuti. Preparate il piatto e disponete la coratella sul fondo, i carciofi con la cipolla sopra e infine la polvere di peperoni, e bagnate con un po’ di salsa. Infine guarnite con germogli di erba limoncina fresca.

Grazie. Un’ultima domanda: chi è il tuo chef preferito?

Non riesco a fare solo un nome. Adoro Paul Bocouse, Sergio Mei, i fratelli Cerea e… Alessandro Borghese!

Alessandroborghese.com

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