Celine Dion cancella il tour: di cosa soffre la cantante

di Manuela Zanni


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Celine Dion è stata costretta a  cancellare tutti i suoi concerti per via di gravi problemi di salute. Lo ha detto lei stessa ai suoi fan in un video pubblicato sui social. La cantante canadese ha rivelato di soffrire di un disturbo del sistema nervoso centrale che provoca rigidità muscolare progressiva e spasmi. Scopriamo, di seguito, di cosa si tratta.

Di quale malattia soffre Celine Dion?

L’annullamento del tour di Celine Dion ha provocato la conseguente cancellazione di ben otto spettacoli previsti per l’estate 2023 in Europa. Tra questi anche lo show al Lucca Summer Festival, riprogrammato per il prossimo 15 luglio dopo i rinvii subiti a causa della pandemia.

Celine Dion

Celine Dion

Come sta Celine Dion?

L’artista aveva dovuto interrompere il suo “Courage World Tour” nel marzo 2020 a causa del Covid. E da allora si è sottoposta a diverse cure proprio per guarire dagli spasmi muscolari che in alcune occasioni non le hanno permesso di esibirsi davanti ai suoi fan. Nel frattempo, il team medico di Celine starebbe continuando a valutare e trattare la sua condizione.

Il messaggio di Celine Dion ai suoi fan

“Ho la sindrome della persona rigida, m i fa male dirvi che non sarò pronta per riprendere il mio tour in Europa – ha detto la cantante nel video pubblicato su Facebook -. Mi manca vedervi tutti… Essere sul palco… Esibirmi per voi. Do sempre il 100% quando faccio i miei spettacoli, ma non posso farlo adesso. Per raggiungervi di nuovo, non ho altra scelta che concentrarmi sulla mia salute e spero di essere sulla strada della guarigione” ha detto la cantante sui social rivolgendosi ai suoi follower.

Celine Dion racconta la sua malattia

Scendendo nel dettaglio, poi, la cantante ha spiegato: “Recentemente mi è stato diagnosticato un disturbo neurologico molto raro, chiamato ‘sindrome della persona rigida’ che colpisce una persona su un milione. Stiamo ancora imparando a conoscere questa rara condizione, ma almeno ora sappiamo cosa ha causato tutti gli spasmi che ho avuto”. E ancora: “Purtroppo questi spasmi influenzano ogni aspetto della mia vita quotidiana, a volte causando difficoltà quando cammino e non permettendomi di usare le mie corde vocali per cantare come faccio di solito”.

Cos’è La sindrome della persona rigida (SPS)

La sindrome della persona rigida (SPS) è un raro disturbo neurologico caratterizzato da rigidità muscolare che interessa tronco e arti (che si traduce tra l’altro in posture anomale), maggiore sensibilità a stimoli cutanei, rumori e stress emotivo, che possono scatenare spasmi muscolari. Le persone affette possono non essere in grado di camminare o muoversi, oppure soffrire di un insormontabile timore ad uscire di casa, legato a possibili spasmi e cadute a seguito di rumori (sirene, clacson, …).

I sintomi

  •  La forma classica della sindrome della persona rigida è una condizione con esordio insidioso e progressione graduale nell’arco di pochi mesi.
  • I primi sintomi comprendono tipicamente la rigidità dei muscoli del tronco, in particolare nella regione toracolombare, descritta dai pazienti come difficoltà a piegarsi e girarsi.
  • Successivamente la rigidità si estende agli arti (braccia e gambe) e si osserva nel tempo lo sviluppo di anomalie ortopediche croniche come aumento della lordosi lombare (curva anomala della schian), deformità articolari, posture anormale, che nel complesso possono essere descritte con un aspetto “simile a una statua”.
  • Compaiono inoltre spasmi muscolari generalizzati dolorosi e risposte di sussulto esagerate precipitate da stimoli tattili (al tocco), visivi o acustici inaspettati, nonché a seguito di forti emozioni.
Celine Dion

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Cure

Le opzioni terapeutiche per la sindrome della persona rigida possono essere suddivise in due approcci principali, combinati a seconda dei casi: sintomatica e immunoterapia. La gestione dei sintomi include anche il trattamento delle possibili complicazioni psichiatriche , ad esempio mediante il ricorso ad antidepressivi. L’immunoterapia è invece mirata a ridurre gli autoanticorpi responsabili e si pratica mediante infusione endovenosa di immunoglobuline, che promuovono un miglioramento clinico che dura fino a 1 anno dopo un ciclo di cinque somministrazioni.

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