News

“Che sia venuta è già una risposta. Sono venuta a votare sì”: lo dichiara Liliana Segre al Senato

“Che sia venuta è già una risposta. Sono venuta a votare sì”. Lo afferma Liliana Segre, senatrice a vita, a chi le pone domande circa le sue intenzioni di voto sulla fiducia in Senato, dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte.

“Sono stata prestata alla politica, senza essermene mai occupata, dal presidente Mattarella che un giorno mi ha fatto senatrice a vita. Io sono spettatrice. Ho iniziato molte cose tardi ma tardi così, non pensavo. Devo rileggere quel discorso, capire se ha toccato certi punti che mi interessano”, conclude.

Liliana Segre, superstite dell’Olocausto e testimone della Shoah italiana, è stata nominata senatrice a vita nel 19 gennaio 2018 dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.

Entrata nell’aula del Senato e accolta dagli applausi e dai parlamentari che si sono alzati, per omaggiarla. A salutarla, dal microfono, è stato Pier Ferdinando Casini durante il suo intervento dopo le comunicazioni del premier Conte in Aula.

“Grazie Liliana Segre” scrive sul suo profilo facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti allegando una foto della senatrice a vita in aula al Senato mentre viene omaggiata da una standing ovation.

“Deciderò quando sarò lì, ma se sono venuta da Milano…”, risponde così la senatrice a vita Liliana Segre ai giornalisti che le chiedono se voterà la fiducia a Conte. Riportato così da Ansa Nazionale.
“Di solito quelle di 90 anni stanno a casa, quindi faccia conto che io stia a casa, la nonna la lasciate stare”, si schernisce.

Alla vigilia della partenza per Roma, la senatrice a vita ha detto così al Fatto Quotidiano: “Non partecipo ai lavori del Senato da molti mesi perché, alla mia età, sono un soggetto a rischio e i medici mi avevano caldamente consigliato di evitare. Contavo di riprendere le mie trasferte a Roma solo una volta vaccinata, ma di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e di indignazione civile. Questa crisi politica improvvisa l’ho trovata del tutto incomprensibile. All’inizio pensavo di essere io che, con la mia profonda ingenuità di persona lontana dalle logiche partitiche, non riuscivo a penetrare il mistero. Poi però ho visto che quasi tutti, sia in Italia che all’estero, sono interdetti, increduli, spesso disgustati”.