19 giugno, “Giornata internazionale contro la violenza sessuale nei conflitti armati”

di Manuela Zanni


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Nella Risoluzione, si riconosce che lo stupro e altre forme di violenza sessuale possono costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità e si chiede l’immediata e completa cessazione di atti di violenza sessuale contro i civili, da parte di tutti gli attori coinvolti in un conflitto armato.

 

Nello stesso periodo dell’adozione della giornata, nel giugno del 2015, Zainab Bangura, Rappresentante Speciale del Segretario Generale per la violenza sessuale nei conflitti armati, incontrò alcune vittime di violenza sessuale da parte dei terroristi dell’ISIS raccogliendo le testimonianze di trattamenti brutali come il matrimonio forzato e la schiavitù sessuale di circa 1500 donne.

La violenza sessuale è considerata anche un atto che rientra nel crimine di genocidio, in particolare negli atti materiali denominati “lesioni gravi all’integrità fisica e mentale dei membri del gruppo” e nelle “misure destinate a impedire la riproduzione del gruppo”.

Non a caso la giurisprudenza penale internazionale comprende nella definizione di “violenza sessuale” nei conflitti non solo l’atto sessuale stesso bensì anche anche le offese verbali di carattere sessuale, lo stupro, la schiavitù sessuale, la prostituzione forzata e qualsiasi altra forma di violenza sessuale direttamente o indirettamente collegata (temporalmente, geograficamente o causalmente) a un conflitto.

Nella giurisprudenza internazionale, inoltre,  le forme più evidenti dell’intento di rimozione della capacità riproduttiva del gruppo sono la sterilizzazione forzata, il controllo forzato delle nascite, il divieto di matrimonio, la segregazione dei sessi, le mutilazioni sessuali e lo stupro inteso a provocare una gravidanza forzata. L’art. 7 (2) par. (f) dello Statuto del Tribunale Penale per la ex Jugoslavia ha definito l’inseminazione forzata come “la reclusione di una donna sottoposta a stupro con lo scopo di alterare la composizione etnica del gruppo”.

Mentre, in passato la violenza sessuale è stata accettata e considerata come una conseguenza inevitabile del conflitto armato, fu proprio durante la guerra nell’ex-Jugoslavia che la larga diffusione e la sistematicità delle violenze sessuali ha richiamato l’attenzione delle Nazioni Unite fino ad essere oggi, la violenza riconosciuta come una strategia deliberata per distruggere, controllare ed intimidire le comunità.

 

 

 

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