Caso Abbas, lo zio di Saman: “Abbiamo fatto un buon lavoro”

di Manuela Zanni


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Sempre più concreta la possibilità che Saman  sia stata uccisa dalla famiglia per essersi opposta a un matrimonio combinato. Secondo gli inquirenti, Danish sarebbe l’esecutore materiale dell’omicidio della giovane. Ad avvalorare la tesi sul suo ruolo, ci sono le prime dichiarazioni del fratello di Saman,  bloccato alla frontiera mentre era in fuga con lo zio e i due cugini e che ora si trova in una struttura protetta. Il giovane ha infatti detto che lo zio gli ha confessato il delitto. Nonché le immagini davanti alla cascina di Novellara.

Sembra inoltre  che la giovane, prima di sparire,  fosse preoccupata perché – come ha raccontato lei stessa in un messaggio vocale al suo fidanzato che risale al 30 aprile – aveva sentito la mamma Nazia Shaheen parlare con un’altra persona e dire che l’unico modo per obbligare una donna ad attenersi alle regole di vita pakistane fosse ucciderla.

Nell’audio al fidanzato “segreto”, un connazionale non accettato dalla famiglia, Saman ha raccontato di aver parlato con la madre dopo aver sentito le frasi sull’uccisione e di averle chiesto se si riferissero a lei. Nazia aveva negato, ma la 18enne non si era affatto tranquillizzata: “L’ho sentito con le mie orecchie, ti giuro che stavano parlando di me. Non sono fiduciosa“, ha detto. Secondo la testimonianza del fidanzato, insomma, Saman temeva per la propria vita, tanto da dire al giovane: “Se non mi faccio sentire per due giorni allerta le forze dell’ordine“.

La giovane viveva in una struttura protetta del Bolognese, ma l’11 aprile aveva deciso di ritornare nella sua casa a Novellara. Sul fronte giudiziario, la procura attende sempre l’estradizione per interrogare il cugino 28enne Ikram Ijaz, arrestato a Nimes, in Francia mentre tentava di raggiungere alcuni parenti in Spagna. Lui, assieme a un altro cugino e allo zio Danish Hasnain, 33 anni, sono stati i primi indagati dopo essere comparsi nel primo video sospetto ripreso dalle stesse telecamere vicino alla cascina di famiglia, risalente al 29 aprile, in cui con due pale, un piede di porco, un secchio contenente un sacco azzurro, si dirigono verso la campagna. Per gli inquirenti in quel momento avrebbero preparato il luogo per nascondere la salma.

Il sostituto procuratore Laura Galli inoltre nei prossimi giorni fisserà l’udienza di incidente probatorio per ascoltare un minorenne vicino alla comunità pachistana, informato sui fatti e che ora si trova in una località protetta. Avrebbe riferito agli inquirenti che ad ucciderla sarebbe stato lo zio che si troverebbe in Pakistan, dove risulta irreperibile.

 

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