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Argentina, fazzolettini verdi simbolo del diritto all’aborto legale

Le proteste polacche continuano a coinvolgere la Polonia in seguito all’approvazione della legge restrittiva sul diritto all’aborto. Il simbolo è una saetta disegnata sul viso; in Polonia il colore è rosso, in Argentina è un fazzoletto verde a portare avanti la protesta di migliaia di donne che da una parte all’altra del mondo manifestano in piazza per difendere il diritto all’aborto che torna a essere drammaticamente messo in discussione. Purtroppo anche in Italia.

L’attenzione si sposta in Argentina dove torna in aula la proposta di legge per un aborto legale, sicuro, libero e gratuito. Sì perché qui l’aborto è legale solo in caso di stupro o di pericolo per la vita di una donna in base a una legge che risale agli anni Venti.
La prima volta che il Congresso argentino ha discusso una legge per la depenalizzazione dell’aborto è stato nel 2018, legge prima approvata dalla Camera dei deputati poi respinta in Senato. In quell’occasione si trattava di un testo presentato dai promotori della campagna per l’aborto “legale, sicuro e gratuito”.

Adesso l’aborto torna ad essere dibattuto dalla Camera dei deputati tra il 10 e l’11 dicembre.
Il progetto di legge per la legalizzazione dell’aborto è stato inviato al parlamento dal presidente, Alberto Fernandez, il 17 novembre. Il capo di Stato gli ha affiancato un secondo progetto di legge, quello per l’istituzione del Programma dei mille giorni, “con l’obiettivo di rafforzare le cure integrali della donna durante la gravidanza, e dei suoi figli durante i primi anni di vita”.

Per l’interruzione legale della gravidanza combattono innumerevoli attiviste argentine riunite sui social con l’hashtag #abortolegal2020. Il simbolo della loro protesta è un fazzoletto e il colore scelto è il verde. Ci si chiede cosa rappresenti il “pañuelo verde“. L’oggetto è stato scelto come citazione della lotta delle Madri e Nonne di Plaza de Mayo che da sempre hanno accompagnato con i fazzoletti bianchi il loro grido per ritrovare le persone sequestrate o scomparse durante la dittatura militare di Videla. Erano fazzoletti bianchi con i quali si coprivano la testa, durante le lunghe manifestazioni in piazza, ed erano fabbricati inizialmente con il tessuto utilizzato per i pannolini dei neonati. E quello era il simbolo del figlio scomparso.

Per quanto riguarda il colore, è stato scelto il verde perché la tonalità non era stato l’emblema di una qualche battaglia: “Il viola è il colore del femminismo ed è molto utilizzato, l’arancione è solitamente usato dalla Chiesa, il rosso è dei partiti della sinistra e l’azzurro è stato storicamente usato dal giustizialismo. In questa ottica di colori il verde non era ancora stato usato”, com’è riportato da D-Repubblica, ha spiegato l’antropologa e attivista González Martín in una intervista a La Naciòn. Per altri invece il verde è stato una scelta casuale: durante una manifestazione la tela viola sarebbe finita e, vista la grande disponibilità di quella verde, si sarebbe optato per un colore simbolo di speranza.

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