Arabia Saudita: condannata Louijain al Hathloul

di Alice Marchese


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Accusata di tentata sovversione dello Stato e danneggiamento della sicurezza nazionale, l’attivista per i diritti delle donne Louijain al Hathloul è stata condannata dalle autorità saudite. Ha soli 31 anni ed è detenuta dal 2018 in seguito al suo arresto insieme ad almeno una decina di altre attivista per diritti delle donne.
Louijain è conosciuta a livello internazionale per essere stata una degli esponenti di una campagna volta ad abbattere due tabù nel paese wahabita: il divieto di guida per le donne e il sistema della “tutela legale”. In questo caso specifico, ogni decisione – dai viaggi al matrimonio – deve essere assunta attraverso il parente maschio più prossimo.
Queste pratiche che, come avvertono da anni gli attivisti, attuano restrizioni non di poco conto limitando fortemente la libertà di scelta per migliaia di donne saudite e che affondano le radici nella sharìa, la legge islamica, che il regno impiega come codice giurisprudenziale.

Il tribunale ha comunque sospeso due anni e 10 mesi della sentenza, a patto che al-Hathloul “non commetta altri crimini per altri tre anni”. È riportato così da HuffPost.
Secondo Lina al-Hathloul, sorella di Loujain, questa riduzione, unita al tempo già passato in carcere, potrebbe far sì che la donna sia libera “nei prossimi due mesi”, ha scritto su Twitter.

Fu arrestata nel 2018 – insieme ad altre attiviste – per aver guidato da sola poche settimane prima che il divieto fosse cancellato. Dopo essere stata processata al tribunale penale di Riad, il caso è stato trasferito il mese scorso alla Corte criminale speciale (Scc), che si occupa di terrorismo. Lì sono scattate accuse di aver contattato non meglio definite organizzazioni di Stati esteri “non amici” di Riad.

Durante la sua incarcerazione, la 31enne ha continuato a portare avanti i suoi ideali lottando e così denunciando le torture e le violenze subite, tra cui abusi sessuali, elettroshock e la pratica del “waterboarding”. Il tutto è stato negato con forza dalle autorità, respingendo anche la tesi dell’arresto per ragioni politiche. Secondo la magistratura, con le sue attività Hathloul avrebbe invece cercato di danneggiare la famiglia reale.

Del suo caso si sono occupate le maggiori ong internazionali per i diritti umani come Amnesty International e Human Rights Watch.
La diplomazia francese ha chiesto il “rilascio rapido” dell’attivista saudita per i diritti umani.

“Come abbiamo già detto pubblicamente in molte occasioni, vogliamo il rapido rilascio della signora Loujain al-Hathloul”, ha detto un vice portavoce del ministero degli Esteri francese. “La Francia ricorda la sua costante mobilitazione a favore dei diritti umani e dell’uguaglianza tra donne e uomini”, ha aggiunto.

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