Idee imprenditoriali innovative: il babywearing diventerà un business?

di francesca


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Come le è venuta l’idea di creare la fascia portabebè?

L’idea della fascia porta bebè non è mia, portare i bambini è una tradizione antichissima. Ogni cultura ha un proprio modo di accudimento dei piccoli e il babywearing (letteralmente, indossare i bimbi) è un vero e proprio stile di vita, diffuso in pressoché ogni cultura “primitiva”.

Ho iniziato ad interessarmi attivamente e personalmente di babywearing quando una mia compagna di università ha avuto la sua prima bimba e ha deciso che avrebbe usato la fascia. Ho letto e studiato i diversi supporti per portare i bambini, ho cercato di capire quale fosse il miglior materiale da utilizzare per la realizzazione e quando ho trovato una macchina da cucire (una vecchia Singer in ferro, meravigliosa) ho fatto pratica fino a quando mi sono cimentata nella realizzazione dei primi Mei tai e delle prime fasce porta bebè!

Che rapporto c’è tra la sua “vena” imprenditoriale e la sua professione di ostetrica?

Il maternage è strettamente legato alla mia professione: la mia passione per la cura dei piccoli è ciò che mi ha spinto a pensare di realizzare personalmente la fascia, intesa come un aiuto alle neo-mamme he ho seguito in gravidanza e dopo il parto.

Il mio entusiasmo nel proporre la fascia portabebè è frutto della mia ricerca personale di una soluzione per l’accudimento “ad alto contatto” per tutti i bambini, ed in particolare per quelli più “difficili”.

Accudire un neonato è impegnativo per tutte, ed in tutti i casi: e la fascia aiuta. Ma ancora più necessaria si rivela nel caso di bambini ad “alto bisogno”, ovvero quei piccoli, particolarmente irritabili, che piangono molto e dormono poco, difficili da accudire per via di un sistema nervoso immaturo, scarse capacità di autoregolazione o altre problematiche che possono dare disagi fisici o irrequietezza estrema.

Spesso le mamme non sanno cosa fare con questi piccini, e la risposta “ad alto contatto” non viene proposta dal medico. Io desideravo dare una risposta concreta e tangibile alle domande e alle necessità delle mamme che seguo come ostetrica, è ciò che mi ha portato a cimentarmi in quest’attività.

Si possono coniugare due o più lavori come fa lei? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?

Io sono un’ostetrica libera professionista, tengo corsi preparto e postparto a Monza e Brianza. La realizzazione di fasce nasce come hobby e passione, ma è anche la naturale continuazione della mia attività di ostetrica, pienamente convinta dell’importanza del contatto fisico mamma-bambino e di uno stile di accudimento naturale e rispettoso.

Certamente è difficile ed impegnativo: realizzare una fascia porta bebè o un qualsiasi altro supporto richiede tempo e impegno. Io non produco in serie, ma prima incontro la mamma e il suo bambino (anche virtualmente, tramite skype, se è lontana) e da lì parto per progettare la fascia veramente adatta al caso specifico.

La ricerca del miglior tessuto, capire le richieste del cliente, realizzare il modello, imbastire il tessuto e cucirlo richiede molto tempo e precisione. Poi prendo del tempo per spiegare come si usa, in modo che chi ha comprato la fascia possa veramente usarla al meglio e trarne il massimo vantaggio. Non mi piace realizzare cose imperfette o che non mi soddisfano! Il vantaggio è che posso vedere la “continuità” nel mio lavoro, dal pancione al bambino: è una cosa che mi appaga e mi appassiona seguire le mamme e i piccoli in questo percorso. Ne parlo su questa pagina FB, dedicata allo shop che ho appena aperto per la vendita delle mie fasce.

Come e da chi vengono realizzate le vostre fasce?

Me ne occupo personalmente: cerco di capire quali siano le esigenze dei genitori suggerendo i diversi supporti. Poi mi metto alla ricerca dei tessuti, per lo più cotone stampato e lino, del filo adatto al tessuto scelto e poi….inizio il mio lavoro!

Crede che questo sarà un business in crescita?

Lo è già per fortuna! ormai sempre più mamme e papà decidono di indossare i propri bambini piuttosto che lasciarli nei passeggini. La nostra è una cultura particolare, si pretende dai bambini piccoli una grossa capacità di autonomia… In realtà il cucciolo d’uomo rimane dipendente dall’adulto per molto tempo, richiedendo contatto e contenimento. Ormai sempre più famiglie capiscono queste necessità irrinunciabili dei piccoli e vi rispondono con una genitorialità ad alto contatto.

Quali sono i vantaggi di portare il bambino in una fascia porta bebè? Ci sono svantaggi?

Portare i bambini ha tantissimi vantaggi:

  1. I bambini portati piangono meno. Ogni volta che un neonato piange ha un bisogno e se questo verrà soddisfatto lui si sentirà capito e imparerà che alle sue spalle ci sono dei genitori che sanno prendersi cura di lui. Il contatto con la mamma e il papà fa sentire al sicuro il piccolo perché riconosce l’odore e il battito cardiaco (non dimentichiamoci che l’ha sentito per tutti i nove mesi di gravidanza!) dei suoi genitori. Portare permette d’imparare a riconoscere i bisogni del piccolo prima che scoppi in un pianto inconsolabile.
    portare i bambini ha un potere analgesico (ottimo per il problema coliche).
  2. I bambini portati sviluppano una maturità neurologica più precoce degli altri bambini. Il contatto e le stimolazioni sensoriali continue vengono elaborate dal sistema nervoso centrale. Il sistema emotivo, cognitivo e sensoriale quindi sono molto legati e sensazioni positive si ripercuotono positivamente sullo sviluppo cognitivo e cerebrale.
  3. Portare i bambini da’ anche un vantaggio pratico: mani libere!!!! È ora di uscire? Metti il tuo piccolo in fascia o nel mei tai e via! Niente carrozzine da trasportare per scale, scalini, ascensori! Lo tieni anche al riparo dai gas dei tubi di scappamento delle auto avendolo addosso invece che nel passeggino.
  4. Portare i bambini favorisce un continuum tra vita intrauterina ed extrauterina. Il tuo bambino ha vissuto 9 mesi in un posto umido, caldo, scuro e relativamente silenzioso cullato dai movimenti del tuo bacino ed ascoltando il tuo battito cardiaco la tua voce. Quando nasce tutto cambia: luci, rumori, voci nuove, freddo, fame.. Portare è un ottimo modo per fargli rivivere quello che ha sentito per nove mesi.

Veniamo ora ai miti da sfatare:

Tanti vi diranno che i bambini in braccio si viziano… sbagliato! I bambini piccoli non hanno vizi ma bisogni e necessità che possono esprimere solo con il pianto, le smorfie, i versetti.
J.Bowlby ha studiato i modelli di attaccamento madre-neonato e i bambini che sono stati soddisfatti nei loro bisogni hanno un perfetto legame di attaccamento (definito SICURO) con la figura parentale.

Combatte più con la concorrenza o contro la “non conoscenza” del suo prodotto?

Credo che corriamo tutti per lo stesso fine: una genitorialità ad alto contatto, un maternage nuovo e rispettoso delle necessità e dei bisogni dei bambini. Non credo ci siamo concorrenti… io spingo sempre per poter far capire alle famiglie l’importanza di questo tipo e stile di cura e accudimento che si fonda sull’ascolto e sul rispetto dei bisogni e delle richieste dei piccoli. Quindi direi che combatto contro la non conoscenza del prodotto!

Fino a che età del bambino si può utilizzare la fascia?

Non c’è un limite di tempo. La resistenza fisica del genitore è l’umico limite… una volta che i bimbi imparano a muoversi e a spostarsi autonomamente chiederanno sempre meno di essere portati. Si lascia ai piccoli la decisione di un passaggio, in modo naturale e graduale..

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