Vaiolo delle scimmie, c’è da preoccuparsi? Cosa sappiamo

di Alice Marchese


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Dopo l’emergenza Covid19, subentra una nuova malattia che sembra essere abbastanza complessa da gestire. L’OMS sta rilasciando in questi giorni linee guida e maggiori informazioni dal momento che si tratta di una situazione in fieri. Il vaiolo delle scimmie è una zoonosi, cioè che riguarda gli animali selvatici con infezioni umane accidentali. La situazione “si sta evolvendo”, spiega l’Oms che prevede “che ci saranno più casi di vaiolo delle scimmie identificati man mano che la sorveglianza si espande nei paesi non endemici”.

Vaiolo delle scimmie: periodo di incubazione

Il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni. Il serbatoio dell’animale rimane sconosciuto, anche se è probabile che sia tra i roditori. Il contatto con animali vivi e morti attraverso la caccia e il consumo di selvaggina o carne di arbusti sono noti fattori di rischio.

È stato documentato che il tasso di mortalità per la famiglia dell’Africa occidentale è di circa l’1%, mentre per quella del bacino del Congo può arrivare fino al 10%.

Chi sono i soggetti più a rischio

Anche i bambini sono a rischio e il vaiolo delle scimmie durante la gravidanza può portare a complicazioni, vaiolo delle scimmie congenito o mortalità alla nascita. I casi più lievi di vaiolo delle scimmie possono passare inosservati e rappresentare un rischio di trasmissione da persona a persona.

Come avviene il contagio

La malattia spesso si esaurisce con sintomi che di solito si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni. Non è molto contagiosa tra gli uomini e si trasmette attraverso l’esposizione alle goccioline esalate e dal contatto con lesioni cutanee infette o materiali contaminati.

I sintomi (tra cui febbre, mal di testa, dolori muscolari e eruzioni cutanee) possono essere lievi o gravi e le lesioni possono essere molto pruriginose o dolorose.

Vaiolo delle scimmie, quanti i casi confermati

Sono 92 i casi confermati e 28 quelli sospetti di vaiolo delle scimmie segnalati all’OMS da 12 Stati membri dove la malattia non è endemica.

I Paesi in cui l’Oms ha registrato sono Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti d’America.
Per i casi segnalati finora non sono stati stabiliti collegamenti di viaggio con le aree dove la malattia è endemica. “Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, i casi sono stati identificati principalmente, ma non esclusivamente, tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini” scrive l’OMS.

Lo spiega in una nota. “Si concentrano sull’informazione di coloro che potrebbero essere più a rischio di infezione con informazioni accurate, al fine di fermare un’ulteriore diffusione. Le attuali prove disponibili suggeriscono che coloro che sono più a rischio sono coloro che hanno avuto uno stretto contatto fisico con qualcuno con il vaiolo delle scimmie, mentre sono sintomatici”.

I paesi endemici del vaiolo delle scimmie, riferisce sempre l’Oms, sono: Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Ghana (identificato solo negli animali), Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo e Sierra Leone. Benin e Sud Sudan hanno documentato le importazioni in passato. I paesi dell’Africa centrale che attualmente segnalano casi sono il Camerun e la Nigeria.

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