“Non mangiate questo formaggio”, finite dritti all’obitorio | Neanche al pronto soccorso riescono a salvarvi

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Mangiare formaggi rischi_Donnaclick

Formaggi_Donnaclick

Non tutto ciò che è tradizione è anche sicuro: per alcune categorie di persone, alcuni formaggi possono diventare un pericolo serio.

In estate, la montagna chiama: escursioni, aria pura e sapori genuini tra prodotti locali ed eccellenze enogastronomiche. Non tutti sanno, però, che dietro un tagliere di formaggi artigianali può nascondersi un rischio concreto per la salute.

Tra gli alimenti tipici offerti in malga o nelle botteghe locali spiccano burro fresco, panna, e soprattutto formaggi realizzati con latte crudo. Prodotti che profumano di autenticità, ma che non sono sempre innocui.

Il latte crudo, cioè non pastorizzato, è più suscettibile alla contaminazione da batteri pericolosi. Se il processo produttivo non elimina del tutto i microrganismi, si possono scatenare infezioni anche gravi.

Bambini piccoli, donne incinte, anziani e persone immunodepresse sono le categorie più vulnerabili. Per loro, anche un piccolo assaggio può bastare a causare danni irreversibili.

Che cos’è il latte crudo e perché è rischioso

Il latte crudo è quello che esce direttamente dalla stalla e non ha subito trattamenti termici sopra i 40°C. Viene usato per preparare molti formaggi tipici, anche DOP, come il Parmigiano o il Taleggio.

Questi formaggi, se stagionati correttamente e prodotti con tecniche sicure, non pongono rischi. Ma quando si parla di piccole produzioni artigianali, non sempre esiste una garanzia totale di sicurezza.

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Formaggio_Donnaclick

Un boccone letale: il caso che ha scosso l’Italia

Nel 2017 un bambino di 4 anni è finito in stato vegetativo dopo aver mangiato un formaggio a latte crudo contaminato da Escherichia coli. La Cassazione ha ora riconosciuto il risarcimento ai genitori. Una tragedia che riaccende l’allarme.

La Sindrome Emolitico Uremica, provocata da ceppi di E. coli, è la principale causa di insufficienza renale acuta nei bambini. Può essere fatale nel 5% dei casi e causare danni neurologici permanenti. Solo nel 2022, 89 casi pediatrici sono stati registrati in Italia.