Radicali liberi: i responsabili del nostro invecchiamento

La cosiddetta Teoria dei Radicali Liberi  fu inventata nel 1956 dallo studioso Denham Harman, secondo cui con il passare degli anni, i radicali liberi si accumulerebbero sempre più nell’organismo  e svolgerebbero una potente azione ossidante, dannosa per quasi tutti i costituenti dell’organismo.

I radicali liberi sono prodotti di scarto che si formano naturalmente all’interno dei mitocondri delle cellule del nostro organismo, dove l’ossigeno viene utilizzato per produrre energia (processo denominato: ossidazione). I radicali liberi sono molecole instabili, cioè molecole che possiedono un solo elettrone anziché due, pronte a reagire con qualsiasi molecola con cui vengono a contatto, per appropriarsi di un elettrone; così queste molecole diventano instabili a loro volta e ricercano a loro volta un elettrone, innescando in questo modo un meccanismo d’instabilità a catena.

In condizioni fisiologiche normali vi è equilibrio tra la produzione di radicali liberi e la loro eliminazione da parte dell’organismo. Quando invece prevale la loro produzione, si viene a determinare un danno che a lungo andare procura una progressiva usura dell’organismo.

L’azione distruttiva dei radicali liberi è indirizzata soprattutto sulle cellule e ha come effetto il precoce invecchiamento delle cellule e l’insorgere di varie patologie gravi come il cancro, malattie dell’apparato cardiovascolare, diabete, sclerosi multipla, artrite reumatoide, enfisema polmonare, cataratta, morbo di Parkinson e Alzheimer, dermatiti, artrosi, ecc.

Oltre alle normali reazioni biochimiche di ossidazione cellulare, altri agenti che provocano la formazione dei radicali liberi sono:

– alcune disfunzioni e stati patologici (le malattie cardiovascolari, l’artrite reumatoide, gli stati infiammatori in genere, i traumi al sistema nervoso, ecc.);

– l’ischemia dei tessuti e conseguente riduzione dell’apporto di sangue;

– le diete troppo ricche di proteine e di grassi animali;

– le intolleranze e le allergie alimentari;

– l’azione dei gas inquinanti e delle sostanze tossiche in genere;

– il fumo di sigaretta;

– l’alcool;

– le radiazioni ionizzanti e quelle solari (ozono e raggi UVA e UVB);

– i farmaci (soprattutto cortisonici);

– lo stress;

– l’attività fisica molto intensa (perchè causa un incremento notevole delle reazioni che utilizzano l’ossigeno)

I radicali liberi vengono contrastati dai cosiddetti antiossidanti, agenti che ne neutralizzano l’azione lesiva.

Alcuni antiossidanti sono endogeni, cioè vengono prodotti dal nostro organismo di cui sono parte integrante.

Altri, invece, quali ad esempio le vitamine C ed E, sono esogeni, cioè devono essere introdotti dall’esterno, per esempio con una corretta alimentazione ( in particolare frutta e verdura)  e con l’assunzione di integratori.

L’azione dei radicali liberi in eccesso può essere contrastata mediante l’assunzione regolare e costante di antiossidanti.   

Definiamo infine stress ossidativo: la condizione patologica causata dalla presenza nel nostro organismo di quantità eccessive di radicali liberi, da ricondursi ad un’eccessiva produzione di questi agenti e/o ad una ridotta efficienza dei fisiologici sistemi di smaltimento.

Il livello di stress ossidativo può essere misurato attraverso l’esecuzione di due semplici test: d-ROMs test e BAP test.

Fonte: Antiaging Club

www.antiagingclub.it

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