Il perfezionismo genera insoddisfazione ed è causa di ansia e stress

di francesca


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Che cosa s’intende per “perfezionismo”?

La costante ricerca di uno stato di “perfezione”, che si manifesta nel porsi obiettivi elevatissimi, senza possibilità di contemplare e accettare sfumature o risultati diversi rispetto al massimo. Ciò implica un approccio molto esigente, rigido e dicotomico: “(quello che faccio) deve essere perfetto”, “è perfetto oppure non va bene”. Purtroppo il raggiungimento del risultato tanto desiderato, non genera però la soddisfazione attesa, infatti quando raggiunto, ad eccezione della gioia momentanea, lo sguardo è già proiettato al traguardo successivo, con la sensazione di portare avanti una corsa senza tregua verso una meta ideale che legittimi e definisca che “siamo capaci” e determini una condizione di pace e soddisfazione personale che sembra non arrivare mai.

Come mai? Perché ciò che alimenta il perfezionismo è proprio la scarsa autostima e la scarsa fiducia nelle proprie capacità, per cui il porsi traguardi elevatissimi, spesso al limite del sostenibile e del realizzabile, diventa una sfida inconscia, al fine di dimostrare a se stesse il proprio valore.

Il tranello consiste nel fatto che “non è mai abbastanza” e quindi il raggiungimento di un traguardo, lascia subito spazio ad un altro e così via, oltre al fatto che il rischio di incorrere nella frustrazione data dal mancato raggiungimento dell’aspettativa attesa, è alto. Inoltre un eventuale risultato inferiore alle aspettative oppure non raggiunto, viene vissuto come un fallimento personale e un segnale della propria incapacità, piuttosto che conseguenza di aspettative eccessive ed esagerate, per cui alla fine il senso di incapacità accresce.

Perché si diventa perfezioniste?

Solitamente perfezionista è una persona con tratti di personalità di rigidità, forte senso del dovere e ipercriticismo, oltre ad un’insicurezza di base e scarsa fiducia nelle proprie capacità. Nella storia personale della persona perfezionista solitamente si riscontra un’educazione rigida, esigente, proiettata al dovere e caratterizzata da critiche e scarsi rinforzi positivi, oltre a familiarità positiva per il perfezionismo con uno o entrambi i genitori a loro volta perfezionisti.

Le bambine perfezioniste sono socialmente apprezzate e rinforzate dagli altri, perché sono molto diligenti, studiano, ottengono ottimi risultati… se a ciò aggiungiamo il fatto che la nostra società veicola messaggi di perfezionismo soprattutto rivolti all’universo femminile (“devi essere perfetta fisicamente”, “devi essere brava a scuola/nel lavoro”, “devi essere una brava moglie/compagna”, devi essere una brava madre”…), forse non è un caso che il perfezionismo sia così largamente diffuso e interessi soprattutto le donne.

Purtroppo il perfezionismo diventa una trappola che determina insoddisfazione, malessere, stress e ansia, oltre a mantenere e rafforzare l’insicurezza personale.

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