La sindrome del colon irritabile si articola in un insieme di sintomi causati da un’alterazione della motilità e/o della sensibilità viscerale. Nel caso in cui non sia ricorrente non si può parlare di disturbo.
Il colon irritabile è accompagnato da sintomi ricorrenti, che migliorano dopo l’evacuazione:
Perché si possa parlare di sindrome del colon irritabile o colite però i sintomi devono presentarsi per almeno tre giorni al mese per circa sei mesi.
Per quanto riguarda le cause non è stata individuata una nello specifico, ma gioca un ruolo non indifferente lo stress.
In presenza dei sintomi della sindrome del colon irritabile, è opportuno consultare il proprio medico così da essere certi e portare avanti la cura più giusta.
È consigliabile che i pazienti che hanno superato i 50 anni si sottopongano a una colonscopia, un esame che attraverso l’introduzione di una sonda consente di esaminare l’intero intestino e prelevarne minuscoli campioni da analizzare.
Ovviamente non c’è una cura universale, ma è opportuna adattarla caso per caso. Bisogna piuttosto intervenire sui sintomi, attraverso le abitudini alimentari e gli stili di vita. In alcuni casi, e sempre dietro indicazione dello specialista, si può anche ricorrere a terapie farmacologiche.
L’attività fisica, anche moderata, è fondamentale per la buona salute dell’intestino: una camminata di mezz’ora a passo veloce ogni giorno spesso è sufficiente per provare sollievo.
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Occorre coprirsi adeguatamente: chi soffre di colite è particolarmente sensibile agli sbalzi di temperatura e al freddo. Anche per questo motivo, il colon irritabile si fa sentire di più in autunno.
Assumere probiotici può aiutare a tenere sotto controllo l’infiammazione: purtroppo al momento non è possibile dire con esattezza quali probiotici siano più indicati per ogni singolo paziente.
La somministrazione di farmaci deve invece avvenire solo dietro prescrizione dello specialista in base al quadro clinico del paziente: dagli spasmolitici, che aiutano a regolare l’attività della muscolatura intestinale, agli antidepressivi, che agiscono sulla componente neurologica della patologia.
L’alimentazione influisce in modo determinante, per tale ragione è opportuno gestire al meglio questo aspetto della giornata. Non è da sottovalutare una dieta però è opportuno consultare uno specialista perché non esistono diete prestabilite e devono essere adattate in base al metabolismo e al proprio fabbisogno giornaliero.
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