Moda anni ’20: l’eleganza direttamente dal passato

Anni di rivoluzione di anti-conformismo, di rinnovamento. Gli anni “ruggenti” ovvero gli anni ’20, rappresentano da sempre una tappa fondamentale del decorso storico, in particolare un decennio importante per la rivendicazione del sesso cosi definito “debole”. Gli anni 20’ infatti segnano l’inizio di un processo di affermazione femminile, le coscienze si svegliano, le donne si innalzano. Le ragazze iniziano a trasgredire i comuni canoni “sociali” diffondendo una moda definita “maschietta” con taglio di capelli molto corto, il consumo di sigarette e locali affollati. 

Spesso, quando si fa rifermento ad un decennio così rilevante, si vuole senza dubbio rievocare una profonda rivoluzione non solo ideologica ma anche materiale, che si riflette senza ombra di dubbio nella moda. E’ il campo dell’abbigliamento, degli accessori, delle linee che subisce drastici cambiamenti, a favore del gentil sesso, che marca un territorio di indipendenza da tempo agognato.

Le “flapper girls”, cosi definite le ragazze disinibite che cambiarono gli usi e costumi di quei tempi, oggi rappresentano un’ icona di stile. Si rinnovano le tendenze, si modificano le linee e le sagome, cambia l’idea di concepire l’attrazione e la sensualità femminile. La donna diviene diva, “tres-chic”, si ritrova a discutere e a colloquiare con uomini altolocati in eventi mondani o cene di alta classe e cosi anche la moda subisce un sostanziale cambiamento, per far fronte a queste nuove esigenze. E’ proprio Coco Chanel che nel 1920 propone lo stile alla marinara con “yachting pants” (gonna pantalone) specializzando e diffondendo l’utilizzo di un tessuto fino ad allora sottovalutato, il jersey. Le gonne si accorciano e si riempiono di frange, gli abiti divengono leggiadri.

Torna cosi, ai giorni nostri, dopo anni ed anni di ricorsi storici, uno dei decenni più significativi della storia del costume e della moda. Ritornano a calcare non solo le passerelle, ma l’ideologia, la musica. Si diffonde quella frivolezza, quella spensieratezza, quella leggiadria che si riscontra ancora oggi nei tessuti e negli abiti. Le passerelle  “dell’ Haute Couture “ Primavera Estate 2012 si arricchiscono cosi di dettagli dal passato, come perline, frange, piume, pizzo e perle. Una cascata di luci e di classe, che definiscono una delle principali tendenze per la Primavera Estate 2012. Un ritorno quindi dal passato che piace e che ci consente, cosi come nel periodo Post Guerra Mondiale, di tuffarci in un idilliaco mondo di leggiadria, per scappare sovente dall’incombente crisi economica che dilaga nel continente.

Ecco cosi come le passerelle si ricolmano di dettami vintage, per un tripudio di frange, paillettes, minidress, decolté scollati e spalle nude. Gucci realizza per la sua sfilata PE 2012 un vero e proprio omaggio agli anni ruggenti. Sembra quasi di rivivere tra ballerine di Charleston, tra serate d’alta classe al ritmo di note Jazz, tra pettinature serrate, trucco pesante e pelle nuda. Frida Giannini si lascia così tentare dal richiamo di un’epoca ricca di classe e charme, e si ispira allo stile di Nancy Cunard, definita addirittura “musa ispiratrice” dell’intera collezione. Riccardo Tisci manda in scena a Parigi la collezione haute couture primavera/estate 2012 di Givenchy, con un chiaro riferimento, fin dai primi capi della collezione, agli anni 20’.  Anche Ralph Lauren si fa tentare, e porta sulle passerelle un’idilliaca palette di colori pastello frammisti ad abiti leggiadri, perle e gonne svolazzanti. E’ un rinnovare, partendo da icone e dettagli di stile ereditati dal passato, reinventando e creando con un gusto e un’ideologia del tutto innovativa.  Non resta che gustare la tanto attesa trasposizione del celebre romanzo “Il Grande Gastby” di Scott Fitzgerald e pronto al remake in uscita nel 2012 con Leonardo di Caprio, ove potremo ammirare abiti e costumi icona di un decennio indelebile.