Il caso di Lorenzo, il bambino trascinato via da scuola

di francesca


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Tutti abbiamo visto le orribili immagini dei poliziotti che portavano via il piccolo Lorenzo, di dieci anni, dalla sua scuola. Trascinato via, con una brutalità eccessiva anche se si fosse trattato di un animale selvatico e pericoloso. Tutto questo davanti agli occhi attoniti di decine di coetanei che avrebbero dovuto assolutamente essere preservati nella loro ingenuità e nella loro leggerezza d’animo da tutti gli interrogativi che una scena del genere, per di più vissuta a scuola, ha sicuramente generato in loro.

Eppure è successo; è successo in Italia, un Paese che ha praticamente aderito e sottoscritto tutte le Convenzioni che riguardano, più o meno direttamente, i diritti dei minori. Il dado è tratto, e possiamo solo sperare che se qualcuno ha la responsabilità di tutto questo, ne subisca le conseguenze giuridiche e disciplinari.

Vorrei però provare ad analizzare la situazione in un contesto più ampio, contesto che sicuramente non giustifica il fatto di trascinare un bimbo con forza, ma che può aiutarci a capire le cause che, a sentire le notizie, hanno determinato un evento così controverso. Tengo a dire che, come la gran parte delle persone, non ho letto gli atti, ma ricostruisco la vicenda con quanto è stato diffuso dai principali media.

Lo scenario è quello di una separazione molto conflittuale, soprattutto per quanto riguarda l’affidamento del figlio: l’ordinanza che ha disposto l’affidamento al padre è della Corte d’Appello di Venezia, quindi proviene già da un  secondo grado di giudizio. Considerando che dal 2006, con l’avvento della legge n. 54, l’affidamento dei figli in caso di separazione dei genitori è per il  99% condiviso (a meno  che ad esso non ostino ragioni molto serie) e che il 99% dei figli che non vengono affidati ad entrambi i coniugi vengono affidati esclusivamente alla madre, appare evidente che stiamo parlando di un caso particolare, statisticamente “residuale”.

E’ vero che, evidentemente, il bambino desiderava rimanere con la mamma, ma di fatto non sappiamo fino in fondo perché la Corte d’Appello si sia risolta a decidere che dovesse andare invece con il papà. Trattandosi di un Giudice, e di tal grado, voglio pensare che abbia ben ponderato il provvedimento!

Ribadisco che nulla conosco in merito ai fatti della causa di cui parliamo, ma, in generale, voglio solo ricordare che esistono casi in cui i bambini subiscono dal genitore affidatario una vera e propria manipolazione ai danni dell’altro, oppure casi in cui i bambini non sono sufficientemente protetti, istruiti, mantenuti ed educati da quel genitore che pure, apparentemente, sembra adeguatissimo all’esercizio della potestà.  Esistono, ahimé, genitori assai deleteri per i figli. In ogni caso,  giusta o sbagliata che la si ritenga, un’ordinanza del Giudice va comunque rispettata: esistono le aule giudiziarie per opporsi e per condurre legittime, più che legittime, battaglie giuridiche.

Ora, dall’articolo di pag 19 della Repubblica del 13 ottobre, evinco che alcuni parenti del bimbo sarebbero stati denunciati per oltraggio a pubblico ufficiale: un video girato dalla polizia scientifica li vedrebbe protagonisti di una strenua difesa del bimbo “contro” gli agenti che stavano eseguendo dei precisi ordini. Ed ancora, stesso articolo, leggo che gli assistenti sociali deputati al caso avrebbero scelto di intervenire nell’area antistante la scuola perché erano falliti i due precedenti tentativi a casa.

Non è da escludere che la condotta dei parenti abbia potuto inasprire il clima creatosi a scuola quel giorno, poi degenerato nelle scene che purtroppo ben conosciamo. Trovo comunque deprecabile la condotta di chi, dopo aver filmato quelle scene, invece di consegnarle immediatamente alla magistratura per tutti gli accertamenti del caso ha ben pensato di renderle pubbliche. Rimanendo nelle pareti domestiche si sarebbe almeno evitata quella pubblicità mediatica che crea disagio ed imbarazzo infinito.

Mi sembra che a rendere le cose più difficili al piccolo Lorenzo ci si siano impegnati proprio tutti, con buona pace della Convezione di New York!

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