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Amniocentesi: pillole di sapere
Con una puntura con un ago sottile il medico attraversa la parete addominale fino al sacco amniotico della gestante. L’esame viene fatto sotto stretta sorveglianza ecografica.
Aminiocentesi quando farla?
In genere l’amniocentesi viene effettuata intorno alla 16 settimana di gravidanza, momento ideale, sia per la ricchezza di cellule nel prelievo, sia per la minore incidenza di complicanze.
A cosa serve l’aminiocentesi?
Dalla coltura di cellule contenute nel liquido si possono rilevare eventuali anomalie cromosomiche, come la Sindrome di Down invece, dall’esame del liquido si riscontrano spina bifida e anencefalia, anche se quest’ultima si individua anche attraverso il liquido amniotico.
A chi é consigliata l’aminiocentesi?
L’ amniocentesi, pur essendo una metodica invasiva é di semplice esecuzione, non é particolarmente dolorosa, tuttavia, puà determinare un margine di rischio. Per questi motivi, l’amniocentesi viene fatta eseguire solo in casi selezionati, per esempio:
- Donne in gravidanza con età superiore ai 35 anni. Da sapere che l’amniocentesi é a carico del Servizio Sanitario Nazionale Italiano nelle donne di età superiore ai 37 anni, in cui la probabilità di avere figli affetti dalla Sindrome di Down é alta.
- Gestanti che hanno già figli affetti da anomalie cromosomiche
- Anomalie cromosomiche presenti in uno dei genitori o in familiari stretti.
- Test di screening (translucenza nucale o tri-test) positivo
- Anomalie riscontrate ecograficamente nel feto
Quali rischi comporta l’amniocentesi?
In generale, per scongiurare un aborto dopo il prelievo la futura mamma deve attendere circa 30 minuti in ospedale e a casa evitare lavori pesanti, rapporti sessuali, viaggi lunghi o sport per una settimana.
Bisogna sapere che l’aminiocentesi presenta un tasso di abortività fino all’1%. In particolare questi sono i rischi più comuni:
- abortoinfezioni
- endouterine
- raramente lesioni fetali
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