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Studentessa 17enne uccisa dall’ameba mangia-cervello dopo un bagno al lago
Megan Ebenroth, studentessa 17enne, è morta negli Stati Uniti per una rara infezione cerebrale causata da naegleria fowleri, comunemente nota come ameba mangia-cervello.
Ameba mangia-cervello uccide 17enne
Sebbene la morte fosse stata segnalata il mese scorso, l’identità della vittima non è stata confermata fino a ora. “Sono ancora sotto shock“, ha detto la madre dell’adolescente, Chrissy Ebenroth. Secondo quanto si legge sul New York Post, Megan e alcuni amici erano andati a nuotare in un lago vicino casa a Dearing, nella contea di McDuffle.
Quattro giorni dopo si è svegliata con un forte mal di testa, che ha spinto la madre a portarla in ospedale. I medici hanno diagnosticato a Megan una sinusite, le hanno prescritto un antibiotico e l’hanno rimandata a casa. I sintomi, purtroppo, sono peggiorati, con febbre, emicrania e perdita di equilibrio.
La madre l’ha dunque portata di nuovo in ospedale, dove è stata intubata e messa in coma farmacologico. I medici hanno anche dovuto aprire il cranio della giovane, per alleviare il gonfiore al cervello.
Soltanto il 21 luglio i medici hanno detto alla madre che le complicazioni sopraggiunte fossero state causate da un’infezione di naegleria fowleri, conosciuta come ameba mangia-cervello, che si insidia nel naso.
Infezione fatale nel 97% dei casi
Questa ameba provoca nelle vittime una meningoencefalite amebica primaria, una condizione catastrofica che provoca la distruzione del tessuto cerebrale e il gonfiore del cervello, spiegano dai Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti.
Sebbene la naegleria fowleri si trovi in tutto il mondo, risiede prevalentemente in acqua dolce calda, come quella di laghi, fiumi e sorgenti termali. Può trovarsi anche in piscine tenute male. Non sopravvive nell’acqua salata e non si trasmette da una persona all’altra. La prognosi per le sue vittime è drammatica: è fatale nel 97% dei casi.
Entra nell’organismo attraverso il naso e attacca il cervello. Non può essere rilevata e quindi non può essere bonificata, ma si tratta di un’infezione piuttosto rara. I sintomi, come nel caso di Megan, iniziano tra 1 e 12 giorni dopo l’infezione: all’inizio sono mal di testa, febbre, nausea e vomito, prima di sfociare in torcicollo, convulsioni e coma. La morte sopraggiunge entro 5 giorni.
Paul Johnson, il medico legale della contea di McDuffie, ha successivamente confermato che Megan è morta per la rara infezione cerebrale, segnando il sesto decesso correlato all’ameba in Georgia dal 1962.