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Elisabetta, il primo discorso di Camilla da regina consorte: “Era una donna sola”
Madre, nonna, regina: sono stati tanti gli appellativi con i quali è stata ricordata la regina Elisabetta II ma la prima a descriverla come “donna”, è stata Camilla, la seconda moglie di Carlo e oggi regina consorte: una donna, l’unica, che «ha dovuto ritagliarsi il proprio ruolo» in un mondo dominato dagli uomini.
Il tributo di Camilla alla Regina Elisabetta II
Nel lungo tributo la sovrana è stata ricordata per molti dei suoi ruoli, delle sue caratteristiche personali e per quel carattere che l’ha guidata nei 70 anni di regno e di trasformazioni sociali. Camilla ha affidato alla Bbc il suo personale omaggio alla sovrana ed è il suo primo discorso pubblico da regina consorte ma è anche la prima volta che la 75enne, dal 2005 moglie di Carlo, diventata col tempo parte integrante della famiglia reale guadagnandosi anche una fetta di consenso crescente presso i sudditi, parla in maniera così intima della sovrana. «Aveva questi meravigliosi occhi azzurri che quando sorrideva le illuminavano tutto il viso. Ricorderò sempre il suo sorriso. Quel sorriso è indimenticabile».
Camilla: “La regina era una donna sola in un mondo di uomini”
Quello della regina consorte Camilla è un ricordo toccante, ma anche una sollecitazione indirizzata a chi in queste ore saluta la regina, come invitando a guardare anche questo suo lato, per portarne rispetto e trarne ispirazione: «Deve essere stato così difficile per lei essere una donna sola. Non c’erano primi ministri o presidenti donna. Era l’unica, quindi penso che si sia ritagliata il proprio ruolo», ha detto Camilla.
Elisabetta II, la capacità di emergere in un mondo declinato al maschile
Ebbene, è vero: è un fatto che all’inizio degli anni ’50 quando diventò regina la giovane Elisabetta era circondata da leader uomini. Si dovette aspettare almeno un decennio per l’arrivo di Indira Gandhi alla guida dell’India (eletta primo ministro nel 1966), o di Golda Mair in Israele (1969), a Downing Street Margaret Thatcher arrivò nel 1979 e in altri Paesi, Italia compresa, non è ancora accaduto. Negli Stati Uniti poi, il soffitto di cristallo resta soltanto “scheggiato” visto che Hillary Clinton è arrivata ad un soffio dalla presidenza, ma non ce l’ha fatta e alla Casa Bianca è stata solo First Lady.
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«Deve essere stato difficile» dice quindi Camilla, e così facendo riconosce ad Elisabetta la capacità di aver navigato trasformazioni sociali, di cui – a suo modo – si è fatta veicolo. Con la sua tempra e la sua personalità, anche con il suo tradizionalismo. La premier laburista della Nuova Zelanda, Jacinda Arden, ricordandola in un’intervista alla Bbc, ha messo l’accento sul ruolo di leader e madre di Elisabetta: Arden – che è notoriamente “mamma e premier” – pare avesse chiesto consiglio a riguardo in un incontro con la sovrana: «Come si fa? Si va avanti» la risposta.
Amanda Forman sulla regina Elisabetta II: “Icona di parità di genere”
Non stupisce, dunque, se anche la storica Amanda Forman, parlando dei primati della regina scomparsa, abbia sottolineato, «l’impatto a livello globale a favore della parità di genere. E questo senza minigonne o Me Too o nascondendo gli effetti dell’età o la maternità. Rifiutando di accettare l’abdicazione, ha mostrato com’è fatta una donna che lavora dopo la menopausa. Piuttosto che rimpicciolirsi, ha accelerato e ha dimostrato che l’età di una donna non ha nulla a che fare con il suo contributo e la sua autorevolezza»
ha concluso.
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