Giulia e il volo dal nono piano, il malessere interiore e il cantiere Superbonus bloccato

di Gaetano Ferraro


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Potrebbero essere stati i lavori del cantiere Superbonus 110% bloccati ad amplificare il malessere della donna che si è buttata dal balcone della sua casa insieme alla figlia di 6 anni e il cagnolino. Lei è rimasta viva, non ce l’ha fatta la piccola e nemmeno l’animale, morti dopo la terribile caduta. Un gesto inaudito, dettato probabilmente da una profonda crisi psicologica, ha sconvolto ieri mattina la città di Ravenna. Giulia Lavatura, 41enne ingegnere civile, si è lanciata dal nono piano del palazzo in cui viveva in via Dradi, portando con sé la figlioletta di soli 6 anni, Wendy. Le urla disperate della bambina, che invano implorava “Mamma no, mamma no”, non sono riuscite a fermare l’insano gesto.

L’intervento disperato dei soccorsi non è bastato a salvare la bimba

Sono stati i vicini di casa e gli operai presenti nel cantiere edile che avvolge l’intero palazzo, per lavori di ristrutturazione tramite Superbonus 110%, a dare l’allarme sentendo il terribile tonfo dei corpi sulle impalcature. Immediato l’intervento dei soccorsi, ma per la piccola Wendy e per il cagnolino di famiglia che la donna aveva preso con sé nella caduta, non c’è stato nulla da fare. Giulia Lavatura è stata invece trasportata d’urgenza all’ospedale Bufalini di Cesena dove è stata operata e si trova tuttora ricoverata in gravi condizioni, con una prognosi di 40 giorni. La donna è stata arrestata con l’accusa di omicidio pluriaggravato e uccisione di animali.

Le difficoltà del Superbonus 110% tra le possibili cause del gesto?

Il marito della 41enne, padre della piccola, era in casa al momento della tragedia ma nulla ha potuto fare, accorgendosi di quanto stava accadendo solo all’arrivo delle forze dell’ordine che lo hanno informato. L’appartamento in cui viveva la famiglia, un tempo di proprietà del padre dell’uomo, era oggetto di una ristrutturazione grazie ai bonus fiscali del 110%, per trasferirsi in una nuova casa acquistata di recente. Proprio le difficoltà burocratiche e i problemi con le cessioni del credito che rischiavano di indebitare pesantemente la coppia, sembrano essere tra le concause del gesto insano della donna.

La donna era in cura da anni per una patologia psichica

Giulia Lavatura risultava in cura da circa 10 anni presso il Centro di salute mentale dell’AUSL locale, assumeva farmaci e aveva controlli periodici per una patologia psichica accertata. Nei messaggi confusi pubblicati sui social poco prima della tragedia, la donna puntava il dito contro alcuni familiari, in particolare il padre, ma dagli accertamenti non risultano denunce o gravi tensioni domestiche. Gli investigatori approfondiranno le relazioni e la situazione clinica della donna per comprendere cosa possa averla spinta a un atto così estremo e drammatico, portando con sé l’adorata figlioletta. Una tragedia che lascia attoniti e che pone interrogativi su quanto il disagio psichico vada preso in carico e monitorato per scongiurare simili episodi.

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