Strage di Erba, nuovi testimoni e consulenze potrebbero far assolvere Olindo e Rosa?

di Gaetano Ferraro


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A quasi 18 anni dalla strage di Erba, in cui furono uccise quattro persone tra cui un bambino di soli due anni, la corte d’appello di Brescia ha deciso di discutere l’istanza presentata dagli avvocati di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all’ergastolo per quel terribile eccidio. Insieme alla richiesta della difesa, verrà discusso anche il ricorso presentato dal sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser, nonostante il parere contrario del capo del suo ufficio.

Nuovi elementi per la revisione del processo

I legali di Olindo e Rosa puntano su nuovi testimoni e consulenze per chiedere la revisione della sentenza di condanna emessa dopo un lungo processo che vide la coppia di coniugi dapprima confessare il delitto, per poi ritrattare in seguito dichiarandosi innocenti.

Testimoni mai ascoltati e consulenze tecniche controverse

Uno dei nuovi testimoni citati dagli avvocati non era mai stato ascoltato all’epoca dei fatti: si tratta di un uomo che abitava nella casa dove avvenne la strage e che sarebbe stato legato ad Azouz Marzouk, marito di una delle vittime, Raffaella Castagna. Questa persona avrebbe riferito di una presunta faida con un gruppo rivale, nella quale anch’egli sarebbe stato ferito. Inoltre, avrebbe indicato quella casa come la base di un giro di spaccio gestito nella vicina piazza del mercato. Un altro teste citato dalla difesa sarebbe un ex carabiniere, il quale avrebbe messo in evidenza alcune falle nelle indagini e nelle intercettazioni dell’epoca, di cui mancherebbe circa il 50% dei contenuti.

Le dichiarazioni del sopravvissuto Mario Frigerio messe in dubbio

Ma gli avvocati puntano soprattutto sulle consulenze tecniche, che metterebbero in discussione la ricostruzione della dinamica del delitto fatta all’epoca. In particolare, verrebbe contestata la testimonianza di Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage, che riconobbe Olindo Romano tra le fiamme davanti all’appartamento. Le sue dichiarazioni nell’immediatezza contrasterebbero con quanto affermato in seguito nel dibattimento. Anche la ricostruzione della morte di Valeria Cherubini, moglie di Frigerio, sarebbe messa in discussione dalle consulenze della difesa. Insomma, sembra proprio che gli avvocati abbiano raccolto una serie di nuovi elementi per provare a scardinare l’impianto accusatorio che portò alla condanna di Olindo e Rosa.

La famiglia delle vittime non teme ribaltoni

Ora la palla passa alla Corte d’Appello, che dovrà valutare se queste prove possano essere considerate realmente nuove e tali da poter portare a un ribaltamento della sentenza. In caso positivo, si potrebbe arrivare a una clamorosa revisione del processo, con l’acquisizione di tutti i nuovi elementi. Altrimenti, le istanze verranno rigettate confermando la colpevolezza della coppia. Giuseppe Castagna, che nella strage perse la madre, la sorella e il nipotino, non sembra però preoccupato da questi nuovi sviluppi: “Possono cercare in tutti i modi, ma non troveranno mai un’altra verità” ha dichiarato. E ancora: “Ora è quasi noia, siamo stati anche attaccati personalmente”.

Attesa la decisione della Corte d’Appello

A distanza di quasi 18 anni i contorni di quel terribile eccidio che sconvolse l’Italia potrebbero non essere ancora completamente definiti? Bisognerà attendere le decisioni della Corte d’Appello per capire se veramente verranno rimessi in discussione i tasselli di una vicenda che sembrava ormai conclusa con la condanna definitiva di Olindo e Rosa. Una storia di sangue che, evidentemente, conserva ancora alcune zone d’ombra.

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