Rossella Cominotti, il marito Alfredo “non ha chiesto perdono”

di Redazione


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Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Massa Carrara Dario Berrino ha convalidato il fermo di Alfredo Zenucchi, il 57enne accusato dell’omicidio della moglie Rossella Cominotti, 53 anni, avvenuto nella stanza dell’albergo ‘Antica Locanda Luigina’ a Mattarana (La Spezia) lo scorso 6 dicembre.

Zenucchi è assistito dall’avvocato Alberto Rimmaudo. Il fascicolo, per competenza, è passato dal tribunale di Massa alla procura della Spezia.

“Calmo davanti al GIP”

Alfredo Zenucchi è “apparso molto tranquillo” durante tutta l’udienza, durata meno di un’ora davanti al GIP. “Durante l’interrogatorio – ha riferito l’avvocato difensore, Alberto Rimmaudo – Zenucchi ha risposto con calma” e “alla luce della decisione del carcere ho fatto domanda perché abbia una reclusione carceraria in una zona protetta della struttura. Infatti, ritengo sia meglio fare così per evitare eventuali suoi atti autolesionistici”.

“Non ha chiesto perdono”

“Non ha chiesto perdono. Il progetto che doveva portare in fondo e che non è riuscito a concludere era quello che sappiamo. Vorrebbe poter vedere sua moglie un’ultima volta ma non credo che gli verrà concessa questa opportunità”. Così l’avvocato Zenucchi.

Durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto è emerso che Zenucchi ha un precedente penale, una sentenza del 2015 per minacce nei confronti della sorella, sentenza per la quale era stata disposta la sospensione condizionale della pena. “Era il periodo dell’eroina – ha ricordato il legale – quando ha litigato con la sorella”.

A proposito dell’eroina, il legale ha sottolineato che in carcere Zenucchi ha rinunciato alla terapia metadonica, affermando di essere completamente uscito dalla dipendenza mentre ha chiesto un farmaco per dormire: “non dorme più da tempo, e i farmaci che gli danno per dormire sono troppo blandi” mentre per quel che riguarda i tatuaggi riferiti al satanismo “sono stati fatti quando Zenucchi era giovane e dipendente dall’eroina. Nessun riferimento e nessuna domanda è stata fatta dal giudice o dagli inquirenti sul punto e per ora non è stato trovato materiale di riferimento”.

Sequestrata l’edicola della coppia

La procura di Cremona “ha proceduto al sequestro dell’edicola portando via alcuni dispositivi elettronici per verifiche e controlli”. Così sempre l’avvocato Rimmaudo.

La coppia, infatti, gestiva un’edicola cartoleria nel Cremonese, in via Roma a Bonemerse, dove avevano anche casa. Si è appreso anche che i carabinieri hannoo sequestrato tre cellulari e un computer portatile all’interno dell’edicola. Questi materiali saranno esaminati dai consulenti della procura di Massa e dal perito che sarà nominato dalla difesa.

Infine, domani, martedì 12 dicembre, la procura della Spezia dovrebbe affidare l’incarico per l’autopsia.

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