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Addio a David Lynch, il genio visionario del cinema
David Lynch, il maestro del cinema surrealista, si è spento all’età di 78 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo artistico. La sua carriera, ricca di successi e di opere memorabili, ha ridefinito il linguaggio cinematografico, rendendolo uno dei registi più influenti e originali della storia del cinema.
Il regista era da tempo affetto da una grave malattia, che ne ha provocato la morte e lo ha costretto a ritirarsi dal mondo del cinema.
A dare l’annuncio è stata la figlia con un post su Instagram pubblicato il 16 gennaio: “È con profondo dispiacere che noi, la sua famiglia, annunciamo la scomparsa dell’uomo e dell’artista, David Lynch. Apprezzeremmo un po’ di privacy in questo momento. C’è un grande buco nel mondo ora che non è più tra noi. Ma, come direbbe lui, ‘Tieni gli occhi sulla ciambella e non sul buco'”.
Nato a Missoula, in Montana (Stati Uniti), Lynch è stato il creatore di universi onirici, dove il confine tra realtà e sogno si dissolveva, portando lo spettatore in viaggi profondi e destabilizzanti.
Dopo aver conquistato pubblico e critica con capolavori come “Eraserhead“, “Blue Velvet” e “Mulholland Drive“, nel 2006 presentò “Inland Empire“.
Questo film, il più lungo e ambizioso della sua carriera, rappresentò un’opera complessa e stratificata, interpretata da Laura Dern, una delle sue attrici feticcio. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, il film divise profondamente la critica: da un lato fu osannato per la sua audacia narrativa, dall’altro fu accusato di essere troppo criptico. Nonostante l’accoglienza contrastante, Inland Empire è considerato oggi un esperimento cinematografico unico nel suo genere.

Il ritorno di Lynch con Twin Peaks
Dopo anni di silenzio creativo, David Lynch tornò a sorprendere il mondo con la terza stagione di Twin Peaks nel 2017. Realizzata per il network Showtime, la serie si rivelò una vera e propria epopea televisiva di 18 episodi.
Questo nuovo capitolo non solo chiuse alcune trame lasciate in sospeso nelle due stagioni originali, ma ne aprì di nuove, dimostrando ancora una volta la capacità di Lynch di reinventarsi.
La terza stagione di Twin Peaks fu molto più di una semplice serie televisiva: si trattò di un’opera d’arte cinematografica che fuse elementi di horror, surrealismo e dramma.
Ogni episodio era un mosaico di immagini enigmatiche, dialoghi misteriosi e sequenze mozzafiato, che tenevano incollati allo schermo milioni di spettatori.
L’eredità di un artista unico
David Lynch lascia dietro di sé un’eredità straordinaria fatta di film, serie televisive e cortometraggi che hanno influenzato generazioni di cineasti.
Il suo stile inconfondibile, caratterizzato da atmosfere inquietanti, personaggi surreali e una narrazione non lineare, ha ridefinito i confini del cinema tradizionale.
Oltre al suo lavoro sullo schermo, Lynch è stato anche un musicista, pittore e promotore della meditazione trascendentale, un aspetto fondamentale del suo percorso creativo.
La sua morte segna la fine di un’era, ma il suo spirito innovativo continuerà a vivere attraverso le sue opere.
Lynch ci ha insegnato a guardare oltre la superficie, a esplorare l’ignoto e a celebrare la bellezza dell’imprevedibile. La sua visione del mondo, unica e inimitabile, rimarrà per sempre un faro per chiunque voglia osare nel campo dell’arte e della narrazione.
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