“Spero di ottenere gli arresti domiciliari a Budapest, perché possano essere una tappa verso il trasferimento in Italia. Non scapperei, ho una famiglia”. Sono queste le parole che Ilaria Salis, la 39enne italiana detenuta in Ungheria, ha affidato al deputato Paolo Ciani durante la visita che il parlamentare le ha fatto nel carcere di massima sicurezza di Gyorskocsi Ucta.
La donna, arrestata il 21 febbraio 2022 con l’accusa di lesioni aggravate per aver aggredito alcuni neonazisti, ha accolto con favore la visita di Ciani, segretario di Demos e deputato Pd, da anni impegnato sul fronte dei diritti dei carcerati. “Mi raccomando onorevole, continui ad occuparsi di me” sono state le parole con cui la Salis ha di fatto lanciato un appello all’Italia affinché non smetta di seguire il suo caso.
Un caso che ha acceso i riflettori del nostro Paese dopo che le immagini della Salis incatenata in tribunale hanno fatto il giro del mondo. E da quando l’attenzione mediatica si è accesa, la donna ha notato qualche piccolo miglioramento nel trattamento ricevuto in carcere. “Da quando si sono accesi maggiormente i riflettori dall’Italia – ha raccontato Ciani – Ilaria ha notato cambiamenti, come ad esempio aver aggiustato una finestra della cella. Piccole cose che però denotano un miglioramento”.
Resta però un anno di grande sofferenza alle spalle per la 39enne, che ha trascorso i primi mesi in isolamento. Ora Ilaria Salis guarda avanti, alla possibilità di ottenere i domiciliari per uscire dal carcere dove ha vissuto enormi disagi. Budapest rappresenterebbe una tappa intermedia verso il ritorno in Italia. I genitori della donna avrebbero già visionato alcuni appartamenti in affitto nella capitale ungherese dove lei potrebbe scontare gli arresti domiciliari.
“Non ho intenzione di scappare, non ne vedo il motivo” ha assicurato la Salis al deputato, spiegando di avere in Italia una famiglia, un compagno e un lavoro che la aspettano. L’unico suo desiderio ora è quello di poter lasciare la prigione il prima possibile per affrontare poi un processo equo. Teme infatti che in Ungheria non avrà un trattamento imparziale, anche alla luce di alcune intimidazioni subite. Il pensiero che la attende al processo è angosciante: rischia una condanna dai 2 ai 24 anni. L’incontro con Ciani, favorito da un intensa attività diplomatica, è durato un’ora. E ha ridato speranza a Ilaria Salis, che ha visto nella visita del parlamentare italiano un barlume di speranza per il suo futuro. La battaglia per riportarla in Italia e ridarle la libertà è appena iniziata.
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