Il Rapporto Plus 2023 dell’Inapp rivela un dato allarmante: per molte donne italiane la maternità rappresenta un ostacolo significativo alla carriera professionale.
“Vietare alle donne di sposarsi dopo i 25 anni”
Un recente successo elettorale sembra aver incoraggiato Naoki Hyakuta, leader del piccolo Partito Conservatore giapponese, ad esprimere posizioni estremamente controverse. Durante una trasmissione su YouTube, Hyakuta ha affermato che le donne dovrebbero vedersi vietare il matrimonio dopo i 25 anni e l’iscrizione all’università oltre i 18. Queste dichiarazioni hanno suscitato un’ondata di critiche, che hanno obbligato il politico a scusarsi pubblicamente. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Kyodo, Hyakuta ha definito le proprie parole “dure” e si è scusato per la loro sgradevolezza, senza però rettificare il contenuto di fondo.
La difesa di Hyakuta: una trama di fantascienza
In risposta alle critiche, Hyakuta ha cercato di minimizzare le sue affermazioni, definendole parte di una “trama di fantascienza” e non come proposte reali. Ha anche ritrattato l’idea provocatoria di rimuovere l’utero alle donne sopra i 30 anni, specificando che tale scenario non rispecchia il suo pensiero. “Ritiro quelle parole e mi scuso, poiché ci sono persone che le hanno trovate sgradevoli”, ha dichiarato a Nagoya in un discorso domenica scorsa. Sulla piattaforma X, il politico ha nuovamente ribadito che le sue parole “non dovrebbero mai accadere” ma che erano state usate solo per evidenziare la questione demografica del calo delle nascite in Giappone.
Divergenze interne al Partito Conservatore
Durante il programma su YouTube, Kaori Arimoto, membro anziano del partito, ha fatto notare a Hyakuta l’inappropriatezza dei suoi commenti, anche se presentati come fiction. In risposta, Hyakuta ha sostenuto di aver tentato di spiegare in modo “semplice” la limitazione temporale che le donne affrontano nella maternità. Fondato dallo stesso Hyakuta nel 2023, il Partito Conservatore giapponese ha ottenuto tre seggi nelle elezioni per la Camera dei Rappresentanti dello scorso 27 ottobre, raggiungendo la soglia del 2% dei voti necessari a ottenere il riconoscimento nazionale.