Scopre le “corna” e chiede il risarcimento all’amante: denunciato per estorsione e revenge porn

di Redazione


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Di fronte a un tradimento, le reazioni possono essere le più svariate, ma difficilmente ci si aspetta che la questione finisca in tribunale con una richiesta di risarcimento danni. Eppure è quanto accaduto in un piccolo paese in provincia di Frosinone, dove un agricoltore 43enne ha citato in giudizio l’amante della moglie chiedendogli un congruo indennizzo per averlo “offeso nell’onore”.

La scoperta del tradimento durante una cena al ristorante

La storia ha dell’incredibile ma anche del grottesco. Tutto è iniziato quando un vicino di casa, durante una cena al ristorante, ha visto la moglie dell’agricoltore in compagnia di un altro uomo. Incuriosito, il marito ha iniziato a pedinare la donna scoprendo che, durante le sue lezioni di ballo bisettimanali, intratteneva una relazione extraconiugale con un impiegato 40enne, sposato e benestante. Dopo aver raccolto prove fotografiche inequivocabili, il tradito ha affrontato l’amante chiedendogli soldi come “risarcimento per le corna”. L’altro però ha rifiutato sdegnato.

La richiesta di soldi come “risarcimento per le corna”

A quel punto, il contadino ha escogitato la sua vendetta: ha inviato tutto il materiale compromettente alla moglie del rivale che, furibonda, ha subito cacciato di casa il fedifrago. Non contenta, si è poi precipitata dalla moglie dell’agricoltore insultandola e dandole della poco di buono. Insomma, una situazione piuttosto intricata che alla fine è finita in tribunale con l’accusa di tentata estorsione e revenge porn nei confronti del contadino tradito.

La legge non prevede risarcimenti

La vicenda ha dell’incredibile e sembra uscita da un romanzo rosa di basso livello. Chiedere soldi all’amante della propria moglie come “risarcimento” per le corna subite è qualcosa di surreale. Una vicenda che ha diviso i social, dove la notizia corre. In molti sostengono che la delusione e la rabbia per il tradimento subito possono portare a reazioni istintive e inconsulte, ma pretendere un compenso economico suona grottesco e fuori luogo. Forse l’uomo, accecato dal rancore, voleva solo una sorta di “soddisfazione morale”, di riparazione al proprio orgoglio ferito. Ma la legge non prevede risarcimenti per questioni sentimentali e la vendetta, per quanto comprensibile sul piano emotivo, non può certo passare attraverso il vile denaro.

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