Francesca Deidda, il marito confessa il femminicidio

di Redazione


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Ieri sera, al termine di un lungo interrogatorio nel carcere di Uta (Cagliari), Igor Sollai, 43 anni, ha confessato l’omicidio della moglie, Francesca Deidda, avvenuto il 10 maggio scorso. Dopo sei mesi di indagini e dinieghi, Sollai ha ammesso di aver colpito la moglie a martellate mentre riposava sul divano di casa. Il corpo della donna, occultato in un grosso borsone, era stato ritrovato il 18 luglio scorso nei boschi tra Sinnai e San Vito, lungo la vecchia strada statale Orientale Sarda.

Un delitto premeditato?

Le indagini hanno portato a scoperte determinanti. Nonostante il martello utilizzato non sia stato ritrovato, tracce di gomma e residui biologici hanno permesso di identificarlo come arma del delitto. Inoltre, il borsone utilizzato per nascondere il cadavere era stato acquistato da Sollai con una carta di credito, mentre il trasporto del corpo è stato tracciato grazie al GPS del furgone aziendale dell’uomo. Gli investigatori ipotizzano che il movente possa essere legato a interessi economici, tra cui un’assicurazione sulla vita e la proprietà della casa coniugale. La relazione extraconiugale dell’autotrasportatore con una donna di Assemini ha ulteriormente aggravato il quadro.

Una lettera negava il coinvolgimento

Durante la detenzione, Sollai aveva cercato di difendersi, scrivendo una lettera al cognato Andrea Deidda. “Devi sapere che eravamo in un momento di crisi da un anno e mezzo”, aveva dichiarato, negando il coinvolgimento di un’amante. “Non c’entra nulla l’eventuale terza persona […] Rimaneva un forte legame affettivo ma non più d’amore”. Una difesa che, di fronte alla confessione resa ieri, appare ora come un tentativo disperato di nascondere la verità.

La reazione della famiglia

L’avvocato del fratello della vittima, Gianfranco Piscitelli, ha commentato: “Si sarà anche liberato di un peso o è un ultimo disperato tentativo di mitigare una condanna certa. Nessuno potrà restituirci Francesca, ma ora è giusto darle giustizia”. La famiglia, ancora sconvolta, attende l’avvio del processo, con la Procura che si prepara a chiedere il giudizio immediato.

Il prossimo passo: il processo

Con l’avvenuta confessione, gli inquirenti concentreranno i prossimi interrogatori sull’approfondimento delle dinamiche e del movente. L’avvio del processo potrebbe avvenire già nelle prossime settimane. Sollai rischia ora il massimo della pena per omicidio premeditato e occultamento di cadavere.

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