Virus influenzale H3N2: perché la variante K è più contagiosa e quali sono i rischi
Donna con influenza_Donnaclick
L’influenza stagionale 2025 è partita in anticipo: ecco cosa sta succedendo in Italia e perché i pediatri lanciano l’allarme.
In Italia, oltre 2,1 milioni di persone sono già state colpite da infezioni respiratorie. A preoccupare gli esperti è l’arrivo anticipato della stagione influenzale 2025-2026, spinta da una nuova variante del virus influenzale A/H3N2.
La cosiddetta variante K, o subclade K, si sta diffondendo rapidamente, soprattutto tra i bambini sotto i 5 anni. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, la situazione potrebbe peggiorare nelle prossime settimane, con un picco atteso già tra dicembre e gennaio.
Questa mutazione non è più aggressiva, ma è più abile nel sfuggire all’immunità. Dopo anni in cui il virus H3N2 ha circolato poco, oggi molte persone – adulti e bambini – risultano più vulnerabili.
I dati della sorveglianza RespiVirNet confermano l’aumento costante delle infezioni. Anche il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie monitora con attenzione la situazione, segnalando una diffusione anticipata del virus in diversi Paesi dell’Unione.
Cos’è la variante K e perché si diffonde più facilmente
La variante K del virus influenzale H3N2 è una nuova mutazione appartenente al ceppo A/H3N2, noto per provocare sintomi più intensi rispetto ad altri virus influenzali. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, questa mutazione non sembra essere più violenta dal punto di vista clinico, ma presenta una particolarità allarmante: riesce a eludere più facilmente le difese immunitarie acquisite in passato, anche da chi ha già avuto l’influenza o è stato vaccinato in anni precedenti. Il motivo? Il ceppo H3N2 ha circolato meno negli ultimi anni, quindi il nostro sistema immunitario ha “perso l’abitudine” a riconoscerlo. Questo rende la popolazione più esposta, soprattutto bambini e anziani, con un rischio maggiore di contagi elevati e anticipati.
Tra i sintomi più comuni dell’influenza da H3N2 troviamo: Febbre alta, anche oltre i 38°C (nei bambini fino a 40°C); Brividi, dolori muscolari e forte malessere generale; Tosse secca e persistente, che può durare più di due settimane; Mal di gola, mal di testa, fotofobia; Inappetenza e astenia e nei bambini, anche nausea, vomito e diarrea. In soggetti fragili o in caso di complicazioni, l’infezione può evolvere in otite, sinusite, bronchite o polmonite.
I bambini sotto i 5 anni sono i più colpiti
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità parlano chiaro: l’incidenza dell’influenza stagionale è altissima tra i bambini tra 0 e 4 anni, con circa 29 casi ogni 1.000 assistiti. Un numero allarmante, che preoccupa pediatri e famiglie, soprattutto in vista delle festività. “Vaccinare i bambini è essenziale, soprattutto adesso” – è l’appello lanciato dalla Società Italiana di Pediatria (Sip). L’obiettivo è proteggere i più piccoli dalle forme gravi della malattia e ridurre la circolazione del virus all’interno di famiglie e scuole.
La vaccinazione è raccomandata per tutti i bambini dai 6 mesi ai 6 anni, oltre che per quelli con patologie croniche come diabete, asma o malattie cardiache. In parallelo, i pediatri ricordano anche l’importanza della protezione contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), grazie alla somministrazione dell’anticorpo monoclonale nirsevimab, disponibile nei centri vaccinali ASL. Secondo le proiezioni, il picco influenzale di quest’anno è atteso tra fine dicembre e inizio gennaio, ma con la diffusione anticipata della variante K, la curva dei contagi potrebbe crescere già nelle prossime settimane.

