Modena: arte, cultura e buona cucina
Un’anima provinciale ma comunque una culla d’arte, cultura e sapori. Scopri i luoghi più belli da visitare nella città Emiliana.
Novecento e non li dimostra. Il Duomo di Modena è tra i più fulgidi esempi di romanico al mondo, patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Basterebbe quello per giustificare un viaggetto nella più simpatica delle città emiliane. Ma se ti sembra poco, aggiungi la Torre, chiamata La Ghirlandina, simbolo della città e orgoglio dei cittadini. La statua della “Bonissima”, che non è un gran bella ragazza ma la garante dell’”onesta nel commercio” o, come vuole una leggenda amata dagli abitanti, la statua di una ricchissima signora modenese, chiamata Bona, che donò i suoi averi ai poveri. E via con le tante altre chiese, i musei e il bellissimo Teatro Comunale.
Ma ammettiamo che tu sia arrivata fin qui spinta da altro che l’amore per la storia dell’arte. Tra aceto balsamico, tortellini, amaretti, lambrusco, zampone, prosciutto, parmigiano, tigelle, nocino e sassolino hai di che passare un piacevolissimo weekend senza essere costretta ad alzare la testa dal piatto.
Se ti è venuta fame vai da Fini (Rua Frati Minori 54). Nato nel 1912 nel retrobottega dell’omonima salumeria, è probabilmente l’emblema della cucina modenese nel mondo. E non riuscirai ad uscirne senza avere guadagnato un paio di chili e senza aver comprato qualcosa da portare a casa.
Per il dopocena (ma anche per l’aperitivo) il Caffè Concerto, merita certamente una menzione, se non altro per il fatto di trovarsi in piena piazza Grande, nell’edificio del Comune a pochi metri dal Duomo e giusto accanto alla preda ringadora (la pietra delle arringhe, sulla quale la leggenda narra siano passati, tra gli altri, anche Francesco Guccini e Victor Sogliani dell’Equipe 84).
La vicina via Gallucci è particolarmente animata, specialmente d’estate, nelle ore serali: tra pub, baretti, osterie e enoteche (spiccano i Picari, la Bodeguita e Mr. Brown) avrai solo l’imbarazzo della scelta.
Non farti intimorire dal fatto che questa “Piccola città, bastardo posto”, come l’ha definita Guccini, sia un po’ provinciale. E’ vero, i modenesi fanno gruppo a se’ e sembrano immobili nelle loro chiacchiere di sempre, nello “struscio” del sabato, negli aperitivi tra amici. Ma spesso basta chiedere un’informazione, magari proprio sui locali e sugli eventi della serata, e ci si trova all’istante coinvolte nella conversazione.
Daniela de Rosa, giornalista professionista, vive a Londra. Ha lavorato per Il Giornale di Montanelli, D la Repubblica delle Donne, Anna, Elle, Donna Moderna, Il Diario, Dove, Carnet, Airone, Belleuropa. Ha scritto e condotto trasmissioni radiofoniche su Rai RadioDue. Nel 2000 ha ideato e tuttora dirige www.permesola.com. Ha pubblicato Venezia Women-friendly, la prima di una serie di guide di viaggio pensate per un pubblico femminile.
