Rischio di parto prematuro: un nuovo test diagnostico per prevederlo

di francesca


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Dalle più ansiose alle più serene, passando per ipocondriache e gestanti che invece vivono alla giornata senza troppo crucciarsi sul momento del parto, quasi ogni futura mamma teme sempre che qualcosa possa non andare per il verso giusto, magari di incorrere a un parto prematuro che possa mettere in pericolo la vita del bambino.

Si definisce prematuro un bambino nato prima della 37esima settimana, possibilità che fino a questo momento si poteva monitorare, più o meno, incrociando i risultati degli esami di routine a cui le gestanti si sottopongo durante l’arco dei 9 mesi ma soprattutto durante il periodo più vicino al parto. Ma nella maggior parte dei casi il parto pretermine si presenta senza particolari avvisaglie, se non qualche contrazione fuori tempo. Questo tipo di parto incrementa la possibilità che il bambino si ammali gravemente sia a breve che a lungo termine.

Secondo un’equipe di ricercatori coordinati dall’Accademia Sahlgrenska, Università di Goteborg in Svezia, un buon 30% delle donne che manifestano contrazioni premature partorisce prima di completare la 37esima settimana di gestazione. Il test messo appunto dai ricercatori riesce a diagnosticare a breve termine un parto prematuro, quindi a prevedere se la mamma che presenta contrazioni premature potrà partorire entro sette giorni.

“Per avere il tempo di somministrare il cortisone alla donna, che accelera lo sviluppo dei polmoni del feto, è prassi comune di ritardare il parto di un paio di giorni, con l’aiuto della terapia tocolitica. Essere in grado di predire se una donna che arriva in ospedale con contrazioni pretermine effettivamente partorirà presto“, ecco l’obiettivo della ricerca, spiega Panagiotis Tsiartas, uno dei ricercatori. “Dobbiamo fare altri studi prima di poter usare questo metodo, ma se i risultati di questi studi saranno positivi, speriamo che il test porti a nuovi tipi di cure per prevenire la nascita prematura e curare le serie complicazioni che ne risultano“.

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