Fiabe sul Natale, le favole più belle da raccontare ai bambini

di Cinzia Rampino


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Nel periodo che precede il Natale e le festività prepariamo le Fiabe sul Natale da raccontare ai bambini.

La favola di Babbo Natale

Molto, molto tempo fa Babbo Natale decise di trasferirsi in Lapponia alle sue renne e ai suoi elfi.
Era un luogo pieno di pace, di alberi, silenzio e animali. Non c’erano auto, autobus, traffico e rumori ed è inverno tutto l’anno.
L’indirizzo esatto della casa di Babbo Natale è un segreto. Nessuno lo conosce. Anche se sappiamo che vive sulla montagna Korvatunturi, nessuno è mai stato capace di trovare la sua casa tra la neve.
Le sue giornate sono molto frenetiche: lui e i suoi elfi devono prendersi cura delle renne e ogni tanto, con la sua slitta, si sposta nel Circolo Polare Artico dove c’è il suo ufficio, nel Villaggio di Babbo Natale.
Ma soprattutto è molto impegnato a leggere tutte le migliaia e migliaia di letterine a lui indirizzate  che gli arrivano da ogni parte del mondo e a realizzare milioni di doni da portare ai bambini nella notte del 24 dicembre.
Secondo la leggenda Babbo Natale ha la capacità di sapere se i bambini, in ogni parte del mondo, stanno facendo i cattivi o si stanno comportando bene. E solo quelli buoni riceveranno i regali.

La leggenda delle Palle di Natale

A Betlemme c’era un artista di strada molto povero che non aveva nemmeno un dono per il Bambino Gesù così egli andò da Gesù e fece ciò che sapeva fare meglio, il giocoliere. Gesù si mise a ridere vedendo le palle del giocoliere che volteggiavano nell’aria.
Questo è il perché ogni anno sull’albero appendiamo le Palle colorate: per ricordarci delle risate di Gesù Bambino.

La piccola fiammiferaia

Era Natale e faceva molto freddo.
Una povera bambina camminava a piedi nudi per le strade della città.
La mamma le aveva dato un paio di pantofole, ma erano troppo grandi e la povera piccola le aveva perdute attraversando la strada.
Un monello si era precipitato e aveva rubato una delle pantofole perdute.
Egli voleva farne una culla per la bambola della sorella.
La piccola portava nel suo vecchio grembiule una gran quantità di fiammiferi che doveva vendere.
Sfortunatamente c’era in giro poca gente: infatti quasi tutti erano a casa impegnati nei preparativi della festa e la poverina non aveva guadagnato neanche un soldo.
Tremante di freddo e spossata, la bambina si sedette nella neve: non osava tornare a casa, poiché sapeva che il padre l’avrebbe picchiata vedendola tornare con tutti i fiammiferi e senza la più piccola moneta.
Le mani della bambina erano quasi gelate.

Un pochino di calore avrebbe fatto loro bene! La piccola prese un fiammifero e lo sfregò contro il muro.
Una fiammella si accese e nella dolce luce alla bambina parve di essere seduta davanti a una grande stufa!
Le mani e i piedi cominciavano a riscaldarsi, ma la fiamma durò poco e la stufa scomparve.
La piccola sfregò il secondo fiammifero e, attraverso il muro di una casa, vide una tavola riccamente preparata.
In un piatto fumava un’oca arrosto…. All’improvviso, il piatto con l’oca si mise a volare sopra la tavola e la bambina stupefatta, pensò che l’attendeva un delizioso pranzetto.
Anche questa volta, il fiammifero si spense e non restò che il muro bianco e freddo.
La povera piccola accese un terzo fiammifero e all’istante si trovò seduta sotto un magnifico albero di Natale.
Mille candeline brillavano e immagini variopinte danzavano attorno all’abete.
Quando la piccola alzò le mani il fiammifero si spense.

Tutte le candele cominciarono a salire in alto verso il cielo e la piccola fiammiferaia si accorse che non erano che stelle.
Una di loro tracciò una scia luminosa nel cielo: era una stella cadente.
La bambina pensò alla nonna che le parlava delle stelle.
La nonna era tanto buona! Peccato che non fosse più al mondo.

Quando la bambina sfregò un altro fiammifero sul muro, apparve una grande luce. In quel momento la piccola vide la nonna tanto dolce e gentile che le sorrideva.
<<Nonna!>> esclamò la bambina <<portami con te! Quando il fiammifero si spegnerà, so che non sarai più là. Anche tu sparirai come la stufa, l’oca arrosto e l’albero di Natale!>>.
E per far restare l’immagine della nonna, sfregò uno dopo l’altro i fiammiferi.
Mai come in quel momento la nonna era stata così bella.
La vecchina prese la nipotina in braccio e tutte e due, trasportate da una grande luce, volarono in alto, così in alto dove non c’era fame, freddo né paura.
Erano con Dio.

Fiaba della dieta di Babbo Natale

“Vuoi dire che sono diventato più ciccione?” rispose inarcando le sopracciglia l’incredulo Babbo Natale, e ordino che venisse portata la bilancia parlante.
“Sei ingrassato dieci chili!” sentenzio la bilancia pesando Babbo Natale. “Hai mangiato troppi dolci e merendine!” concluse.
“Allora mi devi allargare il costume!” disse Babbo Natale all’elfo sarto.
“Impossibile! Non può essere modificato, altrimenti perderà la sua magia!” rispose preoccupato l’elfo.
“Ma, allora… che cosa posso fare?” chiese pensieroso Babbo Natale.
“Non c’è che una soluzione: mettiti a dieta!” replicò convinto l’elfo.
Così, Babbo Natale inizio a mangiare brodini leggeri, frutta e verdura, senza assaggiare neppure un cioccolatino. Giorni dopo, gli elfi lo pesarono di nuovo sulla bilancia parlante. “Sei ingrassato ancora di un chilo!” sentenziò la bilancia.
“Ma com’è possibile?” chiesero gli elfi. “Ehm… non chiedetelo a me, io ho seguito scrupolosamente la dieta!” disse Babbo Natale.
Ma gli elfi non erano convinti… Decisero, perciò, di tenerlo d’occhio di nascosto. Quella notte, un’ombra si avvicinò al frigorifero, nella cucina del castello di ghiaccio.
Gli elfi accesero la luce e… “Ooooh!” esclamarono tutti insieme: Babbo Natale aveva tagliato una grossa fetta di panettone e la stava divorando con appetito!
“Ora è tutto chiaro!” esclamò severo l’elfo sarto. “Di giorno seguivi la dieta, mentre la notte ti rimpinzavi di dolci!”.
“Che cosa posso farci?” replicò mortificato Babbo Natale. “Mi è sempre piaciuto mangiare tanto!”.
“E ai bambini non pensi?” commentarono gli elfi. “Se non potrai indossare il costume magico, resteranno senza doni!”.
“E’ vero!” realizzò improvvisamente Babbo Natale, battendosi una mano sul capo. “Non posso permetterlo!”.
Perciò iniziò a fare tanta ginnastica con cyclette, pesi e altri attrezzi. Giunse la Vigilia di Natale. Babbo Natale indossò il costume magico e provò ad abbottonarlo…
“Evviva! Adesso ti sta a pennello!” esclamò con gioia l’elfo sarto.
“Ce l’ho messa tutta!” disse soddisfatto Babbo Natale. “Non potevo deludere i bambini!”.
Così, quella notte, partì in volo con la slitta magica per regalare, ancora una volta, un pizzico di felicità ai bambini di tutto il mondo.>>

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