Al Reem Al Tenaiji, la principessa “senza velo” insegnerà l’arte della resilienza

di Manuela Zanni


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Sua altezza Al Reem Al Tenaiji, principessa degli Emirati Arabi Uniti entrerà a far parte del corpo docente dell’Università Popolare degli Studi di Milano, università telematica di diritto internazionale. L’iniziativa  si colloca nella visione dell’Ateneo della valorizzazione delle diversità e dell’importanza di promuovere una conoscenza intercontinentale.

 

Il concetto che sta alla base di questa preziosa arte è che ogni oggetto riparato non potrà mai essere ricomposto nella maniera identica, sarà unico. Dunque, si tratta di  un’arte che ha profonde connotazioni con il mondo dell’esperienza nel suo divenire imperfetto, oltre ad essere un esempio della metafora umana.

L’incarico di docenza universitaria della principessa sarà nell’insegnamento del Kintsugi, letteralmente oro “kin” e riunire, riparare, ricongiunzione “tsugi”, un’antica arte giapponese di riparazione delle ceramiche rotte con saldature di oro o argento liquido o lacca intrise di polvere d’oro, che esaltano la pratica dell’imperfezione, un insegnamento e metafora del dolore; le crepe, infatti, diventano esteticamente belle, esempio di nuova vita e resilienza.

Sua altezza Al Reem Al Tenaiji, da sempre filantropa e donna d’affari, è conosciuta soprattutto per la sua visione in controtendenza sull’uso del velo e delle condizioni della donna nell’Islam, posizione che ha aperto un dibattito libero, democratico di come in Arabia Saudita molte donne abbiano la possibilità di arrivare a ruoli di vertice, ma che in gran parte subiscano ancora molte restrizioni.

L’impegno sociale di Al Reem Al Tenaiji ha dato origine alla sua fondazione Awakening, che opera in sud America, Africa e Asia, con l’intento di migliorare gli aspetti di migrazione in paesi terzi, attraverso la promozione dell’istruzione e della formazione professionale per incentivare una economia locale, le infrastrutture e opere di assistenza sanitaria.

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