Domenica 4 luglio sarà una giornata davvero importante. L’Italia in barca a vela Tutte le vele si unirà in un Flash Mob contro la violenza sulle donne e contro ogni disparità. L’obiettivo è quello di “cambiare rotta” e manifestare la solidarietà ai principi di uguaglianza di genere.
Tutti possono partecipare. Per qualsiasi età. Inoltre è gratuito. A ogni barca sarà dato un nastro rosso identificativo della manifestazione che sarà issato in modo che sia ben visibile a tutti.
L’idea è nata dall‘Associazione 10.000 vele di solidarietà, che dal 2011 si batte per tematiche sociali organizzando eventi a tema sportivo.
«È un cambio di rotta deciso che dobbiamo fare. Tutti insieme, donne e uomini, senza schieramenti di parte, pregiudizi o pensieri che dividano. Come in un buon equipaggio i singoli individui, ognuno con le proprie caratteristiche, lavorano all’unisono per il raggiungimento di un risultato comune. Insieme! ». Spiegano gli organizzatori della manifestazione a IoDonna.
Oltre ai centri velici e nautici di tutta Italia, partecipano attivamente alla manifestazione i Centri antiviolenza sparsi sul territorio. E vari campioni della vela italiani ed internazionali offrono la loro immagine in qualità di Testimonial .
“Insieme proviamo a stendere un simbolico, lunghissimo nastro rosso lungo tutti gli 8000 chilometri di coste e laghi del nostro paese. Un inizio, certamente. Ma qualsiasi lungo viaggio, dice l’adagio, inizia sempre dal primo passo. Per questo il 4 luglio, domenica, inviteremo tutti coloro i quali potranno avere o procurarsi una barca, ad uscire lungo tutte le coste italiane e i laghi issando un lungo nastro rosso sui loro alberi quale segno distintivo e di appartenenza a questa grande, speriamo enorme, flotta solidale”.
L’Associazione 10.000 vele di solidarietà desidera farsi portavoce di un messaggio di uguaglianza da diffondere a tutti, ovunque.
“L’equipaggio di una barca a vela si muove ed interagisce, secondo le peculiarità individuali ma all’unisono, per il raggiungimento di un obiettivo comune. Conta solo l’essenza della persona, indipendentemente da età, credo, provenienza o sesso. Anzi, a noi piace dire che in barca non c’è differenza di genere, di età, di classe.
Siamo fortunati per questo e, come fanno di solito i marinai, la fortuna crediamo debba essere condivisa. Speriamo che questa iniziativa non rimanga fine a se stessa ma rappresenti un primo avvicinamento tra un mondo che può dare tanto, quello della vela, a un mondo al quale è stato tolto tanto se non tutto, quello delle vittime della violenza”.
“In barca a vela seguono percorsi di formazione e rinascita emotiva persone di ogni genere, perché il gioco di squadra, il team, i ruoli, le capacità individuali e di gruppo, creano su una barca condizioni estremamente favorevoli per chiunque stia affrontando un percorso di riabilitazione fisica e, soprattutto, psicologica”.
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