Mentre il mondo riemerge ( o, almeno, ci prova) dalla pandemia di Covid-19, il suo impatto sulla vita lavorativa e privata delle donne passa in cima all’agenda. Questo tema è stato l’oggetto della riunione interparlamentare del 3 marzo scorso dal titolo: “Un ambizioso futuro per le donne europee dopo il Covid-19: stress mentale, uguaglianza di genere nel telelavoro e lavoro di cura non retribuito dopo la pandemia”.
La riunione è stata organizzata dalla Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere (FEMM) in collaborazione con la Direzione per i rapporti con i Parlamenti nazionali. Ad aprire l’evento saranno la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, la Ministra francese per l’uguaglianza di genere, la diversità e le pari opportunità Élisabeth Moreno e la vicepresidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza Věra Jourová. La prima ministra dell’Islanda Katrín Jakobsdóttir terrà un discorso programmatico.
La Giornata internazionale della donna verrà celebrata durante la sessione plenaria di Strasburgo l’8 marzo. Il 7 marzo a Strasburgo, un seminario sui media, esaminerà il ruolo del Parlamento europeo e dell’Unione europea nel migliorare l’uguaglianza di genere. L’evento verrà trasmesso in diretta.
L’Europa guidata da tre donne, Ursula von der Leyen, Christina Lagarde e Roberta Matsola è compatta nella difesa di valori umani, politici, istituzionali. In un teatro di guerra attualmente instabile e imprevedibile che evidenzia la vulnerabilità degli equilibri globali.
La presidente del Parlamento europeo è sicura: l’Ue è unita ora più che mai contro l’azione di Putin, che ha deciso di invadere e dichiarare guerra all’Ucraina. Per Roberta Metsola è stata una giornata di incontri, con un tema – ovviamente – a farla da padrone. “Fino a una settimana fa non mi sarei aspettata un’Europa così unita, ma ora mi sono ricreduta – ha detto in un breve passaggio davanti ai giornalisti presenti a Bruxelles – Abbiamo dimostrato e stiamo dimostrando al mondo intero che possiamo farlo, che possiamo essere uniti. Ora è importante passare dalle parole ai fatti”.
Nel pomeriggio, con un tweet dal profilo ufficiale della presidente, Metsola ha sottolineato: “La risposta dell’Unione europea all’invasione di Putin dell’Ucraina è stata rapida e severa. Sanzioni, solidarietà, aiuti umanitari, aiuti agli Stati vicini – ha scritto – Non ci fermeremo qui”. Poi ha ringraziato la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, con cui ha avuto un incontro oggi: “Grazie per la sua leadership e i suoi sforzi volti a garantire l’unità dell’Unione europea in questi giorni bui”, ha scritto Metsola.
I volti delle donne ucraine , in fuga da città spettrali e con i propri figli sotto una terra che trema sono pieni di sgomento, paura, angoscia ma anche forza e capacità di resilienza. Resistono. Le donne paladine della vita. In questo difficile contesto, la data dell’8 marzo, “Giornata internazionale della donna”, simbolo delle conquiste sociali e politiche femminili ma anche delle discriminazioni e delle violenze, è un’occasione per interrogarsi sul mondo visto, oggi, dalle donne.
Ancora una volta, sono le donne protagoniste della ri- nascita. Pilastri riconosciuti dal G20 a presidenza italiana, dal Pnrr, dall’agenda
politica della Commissione europea e dai singoli Stati. Fattore strategico di sviluppo e contro ogni forma di violenza. Ma non solo.
Donne e scienza un binomio vincente. Tra gli obiettivi del governo Draghi , infatti, elevare almeno al 35% la percentuale di studentesse nelle discipline scientifiche, scelte, oggi, solo da una ragazza su cinque. Un divario e uno stereotipo da superare, mentre Fabiola Gianotti è direttrice del Cern e Maria Chiara Carrozza è presidente del Cnr, prima donna nella storia dell’istituzione.
“Dignità è impedire la violenza sulle donne, profonda, inaccettabile piaga che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione, dell’esempio”. “Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità”, è il monito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Sono tante le donne che sono protagoniste della ripartenza dopo questi anni difficili. E ora “tocca” alle donne ucraine, a loro tutta l’ammirazione e il sostegno necessari per far crescere il fiore della pace su una terra resa arida dalla guerra. Iniziamo con una mimosa.
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