Dieci minuti e cinque-sei euro di taxi ti bastano per scoprire i tanti, diversi volti di Barcellona.
Quello modernista lo si trova nel quartiere dell’Eixample ed è fatto di edifici eccentrici, quasi dei giocattoli nelle mani dei loro architetti. Casa Battlò e la Pedrera di Antoni Gaudi, Casa Amatller di Josep Puig e Cadafalch e Casa Leò Morera di Lluis Domenech si trovano tutte a portata di passeggiata. Hanno strutture a onda, balconi piegati come se fossero travolti dal vento, camini come funghi, vetrate d’incanto.
Quello gotico è quello più antico, della Barcellona storica rinata dalle sue fondamenta romane. Passeggi nelle stradine strette e irregolari, in mezzo a negozietti di nessun valore e scopri, improvvisamente, un edificio in pietra che nasconde un cortile verdeggiante, una boutique di tendenza, una galleria d’arte. Da sempre invaso dai turisti più dozzinali, è qui che rinasce il cuore di Barcellona: dal bellissimo Museo Picasso – vederlo assolutamente anche a costo di mettersi in coda per il biglietto – dalla chiesa di Santa Maria del Mar, che nel cuore dei barcellonesi è più amata della stessa cattedrale, dalle boutique, come Cortana Forever della stilista Rosa Esteva che ritocca I vestiti sul corpo delle clienti.
Quello marino è un regalo. Si dice che Barcellona abbia storicamente voltato le spalle al mare per dedicarsi piuttosto al suo interno, alle colline. Le Olimpiadi del 1992 hanno invertito la tendenza e ricucito la città con la sua storia marinara. La spiaggia che prima non c’era, la Barceloneta, adesso è vivace di ristorantini di pesce e terrazze in cui sedersi a bere una birra, di giovani che prendono il sole e di famiglie con I bambini.
Quello contemporaneo è nato da poco, intorno al bellissimo spazio di arte contemporanea MacBa, nel quartiere del Raval. Un tempo zona degradata e povera, ora rinasce intorno a quel blocco bianco e squadrato che raggruppa forme d’arte avanzatissime. Ci sono locali e negozietti, ristoranti e piccolo alberghi di design. Una vera scoperta.
Infine, quello montanaro. Be’, chiamarla montagna è forse un po’ esagerato, ma basta salire verso nord per una decina di minuti e Barcellona cambia faccia, diventa verde e più aspra lungo il Tibidabo. Sali lassù, giri le spalle e vedi la città che brilla sotto il sole (che c’è quasi sempre). E ti sei già innamorata.
Daniela de Rosa, giornalista professionista, vive a Londra. Ha lavorato per Il Giornale di Montanelli, D la Repubblica delle Donne, Anna, Elle, Donna Moderna, Il Diario, Dove, Carnet, Airone, Belleuropa. Ha scritto e condotto trasmissioni radiofoniche su Rai RadioDue. Nel 2000 ha ideato e tuttora dirige www.permesola.com. Ha pubblicato Venezia Women-friendly, la prima di una serie di guide di viaggio pensate per un pubblico femminile.
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